Il dottore Emilio Calabrese, catanese, ha scelto di dare una mano nel momento del massimo bisogno, quando la sanità statunitense è stata più sotto pressione. Tre settimane da volontario in un ospedale del Bronx, New York, per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19.
Per tre settimane di aprile è stato volontario nell’ospedale Albert Einstein, nel Bronx, il grande quartiere non certo ricco a nord di Manhattan. Al quotidiano La Sicilia racconta: “Ho sentito il bisogno di rendermi utile, visto che l’ospedale dove lavoro, a Denver, 1800 chilometri di New York, in pratica aveva chiuso”.
Tra ricoveri continui, terapie intensive, stress, paura, morti e felicità quando un paziente ne usciva fuori. Ma anche un’incredibile soddisfazione per i gesti di gratitudine ricevuti, “gli applausi per strada ricevuti dalla gente che ci vedeva in tenuta medica, il cibo che gli amici ci venivano a lasciare dietro la porta dell’ albergo, al nostro piano “buio”, anche facendo 50 km di strada pur di farci sentire la loro vicinanza”.
Il dottore è “emigrato” negli States nel 2013, come molti altri medici italiani. Adesso la sua esperienza a New York è finita, è ritornato a Denver, sta scontando l’inevitabile quarantena, “due settimane in isolamento assoluto, dovrò fare i miei test sierologici, per poi riprendere a lavorare”.