Niente per la crescita, ma solo ‘tagli e tasse’. ‘La sensazione e’ che siamo in una economia di guerra’ in cui ‘la ripresa si allontana sempre piu’, la recessione si fa piu’ forte’. Il leader della Cgil, Susanna Camusso, torna ad attaccare il governo ed i suoi provvedimenti. Ultima la legge di stabilita’, che giudica ‘fortemente recessiva’ e che non da’ respiro ai redditi. Anzi, ‘aumenta nuovamente la tassazione per lavoratori e pensionati’. Mentre ‘il nostro lavoro sta morendo’. Per questo, per chiedere di rimettere il lavoro al centro, unica via per uscire dalla crisi, e’ la convinzione di Camusso, la Cgil si prepara alla manifestazione nazionale di sabato 20 ottobre, a Roma in piazza San Giovanni, con lo slogan ‘Il lavoro prima di tutto!’. E ai ‘cugini della Cisl e della Uil’ chiede di ‘riprovare a fare insieme una iniziativa perche’ il governo cambi la politica economica, che oltre a non dare risposte adesso condiziona anche il futuro’ del prossimo esecutivo.
A proposito di tagli, il numero uno della Cgil riferisce di una sforbiciata anche sulle risorse per la cassa integrazione in deroga per il 2013, che sarebbero passate da un miliardo di euro a 970 milioni. Taglio che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, smentisce: ‘Credo che non ci sara’ e anzi la cifra sara’ irrobustita’, ribatte Fornero spiegando che i 30 milioni in meno non li considerava ‘sostenibili’ e quindi ha chiesto ‘non solo una ricostituzione’ ma un possibile irrobustimento. E’ la presentazione della manifestazione del 20 (‘Quello che faremo dopo, lo decideremo dopo’, dice subito Camusso anticipando la domanda su un eventuale e successivo sciopero generale) che diventa l’occasione per parlare anche degli altri capitoli aperti. A partire dalla produttivita’, su cui stamattina e’ proseguito a livello tecnico il confronto tra sindacati e imprese. Tavolo che porta ad un’altra data, quella del 18, entro la quale il governo ha chiesto alle parti sociali un accordo da portare a Bruxelles per il consiglio europeo.
‘Non la considero una data magica’, insiste Camusso, sostenendo si’ che la questione della produttivita’ vada affrontata, perche’ e’ ‘uno straordinario problema per il Paese’, ma togliendo dal campo qualsiasi vincolo temporale. E soprattutto mettendo un freno sui contenuti. ‘Siamo per la discussione’ che pero’ ha ‘due vincoli precisi: la tutela del potere d’acquisto non puo’ essere messa in discussione e puo’ realizzarsi solo nel contratto nazionale’ (il riferimento e’ all’ipotesi di rivedere gli automatismi contrattuali); rinnovare la contrattazione di secondo livello ma confrontandosi davvero sui regimi di orario e sulle professionalita”. In ballo ci sono, infatti, anche gli orari di lavoro, i turni e le mansioni. Camusso chiude le porte all’eventualita’ di ricorrere al demansionamento (‘Noi diciamo no’, risponde il numero uno della Cgil, ricordando che questo e’ previsto dalla legge 223 del 1991 ‘solo per salvaguardare i posti di lavoro’). Nota e’ la sua contrarieta’ alla ricetta ‘facile’, proposta nei giorni scorsi dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, di aumentare le ore di lavoro per aumentare la competitivita’.
Il confronto tecnico tra le parti proseguira’ in modo che all’inizio della prossima settimana, tra lunedi’ e martedi’, si possa tentare di portare sul tavolo un documento condiviso. Ed eventualmente, quindi, chiudere entro mercoledi’ (con un confronto tra i rispettivi leader), alla vigilia del 18.
































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