BRASILE | Quegli emigranti che non hanno mai perso la cittadinanza italiana

“Quegli italiani che, di fronte alla naturalizzazione di massa decretata dallo Stato brasiliano alla fine del 1800, sono rimasti inerti senza compiere alcun atto di accettazione o di rifiuto, non hanno mai perso la cittadinanza italiana”

Italia - Brasile
Italia - Brasile

Sul Giornale di Venezia focus su quegli emigranti in Brasile che sono rimasti italiani. Dopo i fatti del Brasile – con l’assalto ai palazzi governativi da parte dei sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, discendente di bisnonni emigrati in Brasile dal paese natio di Anguillara Veneta -, si è aperta la discussione se lui e i suoi figli possano vantare, o chiedere, la cittadinanza italiana.

“Al di là di questo interrogativo – scrive Il Giornale di Vicenza -, la discussione offre lo spunto per evocare un più vasto problema che ha visto impegnati per anni i Tribunali italiani e che è stata definitivamente risolta dalla nostra Corte di Cassazione con una pronuncia di pochi mesi fa. Nella seconda metà del 1800 è avvenuta una emigrazione di massa di cittadini italiani, in gran parte veneti, verso il Brasile. Il governo brasiliano, con due provvedimenti emanati negli anni 1889-1891, passati alla storia come “la grande naturalizzazione”, decretò che gli stranieri lì residenti alla data del 15 novembre 1889 sarebbero divenuti automaticamente cittadini brasiliani, a meno che non avessero espresso una manifestazione contraria entro il termine di sei mesi dalla pubblicazione dei decreti. L’effetto fu che centinaia di italiani furono considerati brasiliani”.

“Meno di un secolo dopo, diversi discendenti in linea retta di questi “brasiliani” rientrati in Italia hanno chiesto di essere riconosciuti cittadini italiani in quanto discendenti “iure sanguinis” dai loro avi che non avrebbero mai rinunciato alla cittadinanza italiana.

L’importanza del problema, che coinvolge gli interessi anche dei rispettivi Stati – ricorda il quotidiano veneto – ha spinto la nostra Corte di Cassazione ad intervenire. La conseguenza è che quegli italiani che, di fronte alla naturalizzazione di massa decretata dallo Stato brasiliano alla fine del 1800, sono rimasti inerti senza compiere alcun atto di accettazione o di rifiuto, non hanno mai perso la cittadinanza italiana”.