“Chi mi ricorda Di Maio? Non cercherei paragoni nella politica, ma piuttosto nelle maschere della Commedia dell’Arte. Lo considero un ragazzo furbo e un abile manipolatore, del tutto privo di contenuti”. Così Silvio Berlusconi intervistato dal Foglio.
“I Cinque Stelle sono tristi e mediocri epigoni della peggiore sinistra del ‘900, sessantottini in ritardo che hanno intercettato uno scontento legittimo verso la politica, e lo hanno gestito nel modo più volgare e più rozzo”, “i Cinque Stelle parlano di nazionalizzazioni, sognano lo stato imprenditore”, “finiranno nella spazzatura della Storia, come il nazismo e il comunismo”.
Gli errori di questo governo secondo il leader di Forza Italia? “Potremmo parlare di fisco e infrastrutture, ma in realtà è difficile ridurre a due soltanto i tanti errori e i tanti motivi di preoccupazione suscitati dal governo Conte. Questo governo si basa su un misto di dilettantismo e di ideologia della vecchia sinistra. E’ normale che gli investitori e i creditori dell’Italia si spaventino e per un Paese indebitato come il nostro perdere di credibilità significa andare dritti verso la bancarotta. Non per caso si parla sempre più spesso, per scongiurarla, di clausole di salvaguardia o di imposta patrimoniale”.
“Il più grave problema del nostro Paese oggi è il lavoro”, prosegue l’ex premier, “la disoccupazione in Italia fino a quando abbiamo governato noi è rimasta due punti sotto la media europea. Da quando una sorta di colpo di stato legale ha cacciato l’ultimo governo scelto dagli italiani, è salita e rimasta costantemente fino ad oggi al di sopra quella media e ora rischia di aumentare ancora, sia perché l’economia non cresce, sia perché assumere è diventato più difficile dopo il cosiddetto decreto dignità. Il 2019 per chi cerca lavoro – si è detto certo Berlusconi – non sarà un anno bellissimo, sarà un anno drammatico”.
Sul Matteo padano: “Salvini passa per essere l’uomo forte di questo governo, ma in realtà è un’illusione ottica: le scelte importanti, soprattutto in materia economica, sono dettate dai Cinque stelle e dalla loro ideologia pauperista, diretta erede della peggiore sinistra del ‘900. D’altra parte il governo Conte senza i voti di Salvini non potrebbe esistere, né commettere i disastri che stanno trascinando l’Italia nel baratro. Tanto più la Lega tarderà a staccare la spina, tanto più sarà corresponsabile di quello che sta accadendo”.
“Lega e Cinque stelle si sono spartiti i compiti – nota l’uomo di Arcore – la Lega impone ai Cinque stelle le sue scelte in materia di sicurezza e immigrazione, scelte sostanzialmente corrette anche se talvolta più di immagine che di sostanza, mentre i Cinque stelle dettano la linea su tutto il resto, in materia economica, di infrastrutture, di giustizia e di diritti, con le conseguenze disastrose che tutti conoscono. Probabilmente molte di queste scelte non piacciono alla Lega, o almeno ai suoi elettori, ai suoi amministratori locali e a molti dei suoi parlamentari. Tuttavia al di là delle polemiche di facciata non fanno nulla per impedirle”.