Mentre "c’e’ chi ha bisogno del pane", e "non per modo di dire", "c’e’ sempre un clima surriscaldato e demagogico che preferisce all’affronto dei problemi la scorciatoia degli slogan e delle dichiarazioni incendiarie". Insomma, "niente di concreto, capace di invertire la direzione di marcia". E’ forte l’allarme del cardinale Angelo Bagnasco di fronte alla situazione politica italiana, apparentemente incapace di affrontare i veri problemi. "Non sempre – avverte il presidente della Cei parlando a Famiglia Cristiana – i partiti riescono a sentire che la gente non ne puo’ piu’ delle polemiche".
Interpellato su uno dei motivi del clima "incendiario", cioe’ la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi, Bagnasco osserva che "se una cosa va sempre evitata e’ quella di personalizzare il conflitto", poiche’ "la salvezza non va attesa da singole personalita’, a qualsiasi schieramento appartengano": "per far crescere l’Italia – dice – c’e’ bisogno di una concentrazione di intelligenze e competenze", ma anche di "sacrifici da parte di tutto il mondo politico". Inoltre "il bipolarismo in se’ legittimo e perfino necessario si e’ trasformato in un tic mentale che legge la realta’ in bianco e nero". L’arcivescovo di Genova sottolinea che "nessun partito puo’ tirarsi fuori da scelte non rinviabili come l’emergenza lavoro o la legge elettorale, ne’ permettersi di tirare a campare". E sul futuro del governo delle larghe intese ripete ai partiti l’appello che fece all’ultima assemblea Cei: "L’ora e’ talmente urgente che qualunque intoppo o impuntatura, da qualunque parte provenga, restera’ scritto a futura memoria". Per Bagnasco "la prima urgenza da affrontare – quella da cui dipendono tutte le altre – e’ quella del lavoro". La "disoccupazione cronica" di larga parte del mondo giovanile "e’ un dramma umano che non risparmia nessuna famiglia". E se "il nostro Paese non riuscira’ a garantire il lavoro e’ impossibile la crescita". Non solo: "non si crea appartenenza ne’ coesione sociale, senza equita’", e oggi il lavoro "e’ un elemento decisivo per garantire la giustizia".
Il presidente dei vescovi italiani si sofferma su diversi temi. Tra cui la famiglia, che ha il primo dei suoi pilastri nel "matrimonio tra un uomo e una donna" e che in tempi di crisi resta "l’ammortizzatore sociale piu’ importante". Quindi tocca la questione immigrazione. "Tutelare le famiglie immigrate – scandisce – e’ la strada per garantire alla nostra societa’ uno sviluppo allargato che non teme insidie dal riconoscimento di altri soggetti che cooperano al bene comune, nel rispetto delle leggi". Sul "Fattore famiglia", cioe’ sulle detrazioni fiscali in base ai figli, e sulle altre auspicate agevolazioni ai nuclei familiari, per Bagnasco "siamo ancora a livello di buone intenzioni". Un altro tema che sta a cuore a Bagnasco e’ quello del ruolo politico dei cattolici. "Essere rilevanti non e’ una questione di potere", dichiara. I cattolici nei vari schieramenti "sono ancora un numero significativo", ma il punto "non e’ quantitativo". "Cio’ che fa la differenza – ammonisce – e’ la qualita’ delle persone che ragionano con la propria testa e non barattano convinzioni con convenienze". Anche qui "i temi coprono tre macroaree: le riforme istituzionali, i temi sociali (famiglia, lavoro, migrazioni), i temi bioetici (vita, morte)". E ancora piu’ a monte "c’e’ il problema di rigenerare la democrazia", di fronte al "deficit di partecipazione alla vita pubblica", che e’ "riflesso di delusione" e "segno di un ripiegamento nel privato". Sotto questo profilo, secondo il presidente dei vescovi, "rilevanti" si diventa quando "in un clima asfittico e ripiegato si rilanciano questioni capaci di mobilitare le persone, di dare speranza, non di generare illusioni".
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