Aspettando l’Epifania: leggenda ed eventi per festeggiare il 6 gennaio secondo la tradizione

Fra le proposte a Roma, rendez-vous dal sapore classico all’Auditorium Parco della Musica, in viale Pietro De Coubertin, 30, con il concerto dell’Orchestra Popolare Italiana

L’Epifania rappresenta l’ultimo evento delle feste natalizie. Nella capitale sono previsti alcuni appuntamenti per trascorrere questo giorno di festa, naturalmente osservando le norme anti-Covid, come l’uso della mascherina all’aperto. I musei ed i teatri sono aperti, ci si può accedere con mascherina e Super Green Pass. Porte spalancate anche nei villaggi natalizi, dove si può trascorrere il giorno in spensieratezza e atmosfera suggestiva.

Fra le proposte, rendez-vous dal sapore classico all’Auditorium Parco della Musica, in viale Pietro De Coubertin, 30, con il concerto dell’Orchestra Popolare Italiana. Appuntamento tutto dedicato ai bambini al Museo di Zoologia, dove vengono proposti laboratori creativi dedicati alla preparazione della calza della Befana.

La storia della Befana ha radici antiche. Il termine deriva dal greco “Epifania”, ovvero manifestazione. Nell’immaginario popolare viene rappresentata da una vecchietta con naso e mento aguzzo, che viaggia a cavallo di una scopa di saggina e porta regali ai bambini nella notte fra il 5 e il 6 gennaio. Secondo la tradizione popolare cristiana la sua storia è legata a quella dei tre Re Magi.

In una fredda notte invernale, Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, non riuscendo a trovare la strada per arrivare a Betlemme da Gesù Bambino, chiesero informazioni a una vecchietta che gli indicò il cammino. I Re Magi la invitarono a proseguire la strada insieme a loro, ma lei rifiutò. Subito dopo si pentì di quel gesto, allora preparò un sacco ripieno di dolci e si mise in cammino a cercarli, ma senza risultato. La vecchina bussava ad ogni porta, regalando dolci a ogni bambino, sperando che uno di essi fosse Gesù.

Secondo la tradizione popolare, la Befana portava dolci ai bambini buoni e il carbone ai bambini cattivi. L’usanza nasce dal fatto che in alcuni riti antichi venivano bruciati fantocci come simbolo di rinnovamento. Dunque la cenere rappresenterebbe un specie di purificazione, in vista dell’inizio dell’anno nuovo.