Quando lo studente aziona il joy-stick la telecamera installata sullo stipite della finestra zooma sulla Colonna Traiana a pochi metri, all’esterno, e si riconoscono soldati romani che attraversano un fiume su un ponte improvvisato, a fianco la scena di tre daci che implorano pieta’ al conquistatore Traiano. E’ un ‘brano’ dei 200 metri di racconto delle due campagne di conquista scolpiti circolarmente sulla Colonna che con i suoi 40 metri dal 113 d.C. svetta dagli omonimi Fori, nel centro di Roma. Un ‘racconto’ che tutti vedono ma nessuno legge. Il palazzo in questione e’ quello delle Assicurazioni Generali, in piazza Venezia, dove al secondo piano e’ stato allestito e inaugurato il museo archeologico ‘Radici del presente’ che raccoglie i reperti trovati a inizio ‘900 nelle operazioni di costruzione dell’edificio, e le due collezioni private acquisite negli anni dal Gruppo (Poli e Merolli).
Un inedito: perche’ per la prima volta viene messo in mostra questo patrimonio e perche’ l’allestimento riguarda pezzi ritrovati sul posto. Un concetto riproposto nella sala principale, dove in alto, come se una gigantesca mano l’avesse sollevata in aria, c’e’ disegnata l’intera zona oggi e, sotto, un gigantesco tavolo sul quale sono stati distribuiti vari reperti, sul quale e’ invece raffigurata l’antica Roma. Non e’ un caso: il Palazzo delle Generali coincide con l’insula. Il museo, dunque, e’ costituito da circa 300 reperti datati II-V d.C. e in aggiunta un pezzo unico, greco, il pinax, del IV a.C..
Il museo e’ da oggi aperto – su appuntamento – alle scuole e, forse in futuro, anche ad altri privati.
Realizzato in circa 18 mesi con l’ausilio di un gruppo di archeologi dell’universita’ Federico II di Napoli nell’ambito di un progetto curato dall’architetto Pietro Storti, e finanziato dalle Generali, il Museo e’ articolato in varie sale su temi come la Domus, il Viridarium (giardino), il culto dei morti con tanto di sarcofago ed epigrafi marmorei divisi per classi sociali e organizzati come un autentico colombarium. Tra gli altri pezzi pregevoli, ci sono un busto di Nerone ‘riciclato’ all’epoca nell’imperatore Gallieno e un frammento di rilievo con Enea in fuga da Troia.
Dal passato, le nostre radici: sembra che poco cambi nella storia dell’uomo. Quando si ammirano i lavori dei ‘graffitari’ dell’epoca che con un oggetto appuntito tratteggiarono su lastre di marmo pedonali forse sistemate nei pressi di un’arena figure di pugili ed atleti, a qualcuno vengono in mente i murales di Totti spruzzati nei dintorni dell’Olimpico.
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