Dal 6 febbraio i consolati italiani nel mondo hanno spedito i plichi elettorali ai connazionali residenti all’estero, plichi contenenti gli strumenti per poter esprimere il voto (il certificato elettorale e le schede). Ma, come è già successo nel 2006 e nel 2008, sembra che i problemi si ripetano anche questa volta. Infatti, secondo diverse testimonianze raccolte da ItaliaChiamaItalia in diverse parti del mondo, ad oggi ci sono italiani residenti all’estero che ancora non hanno ricevuto il proprio plico, pur essendo regolarmente iscritti all’Aire.
Di queste irregolarità parla anche Laura Garavini, Pd, candidata nella ripartizione estera Europa: “Da diverse località europee puntualmente arrivano notizie di disfunzioni nella consegna dei plichi elettorali. A prescindere da alcune irregolarità, fortunatamente sporadiche, nella composizione del materiale elettorale inviato, la cosa più preoccupante è, ad oggi, il mancato arrivo del plico a un numero non trascurabile di elettori. Non si tratta, come si è portati a immaginare, solo di persone che avendo cambiato residenza non si sono preoccupate di aggiornare la loro posizione presso il consolato. Spesso il mancato arrivo riguarda anche famiglie che da decenni non hanno mutato recapito o, addirittura, componenti della stessa famiglia nella quale altri plichi sono invece pervenuti. E’ quanto è avvenuto, ad esempio, a Bedford in Inghilterra, ma anche in qualche altra località della Germania, come Berlino e Colonia”. La cosa è preoccupante. Per questo Garavini rivolge un appello al Ministero degli Affari esteri, al quale chiede “un’immediata e straordinaria risposta operativa, mirata a monitorare le situazioni di emergenza, a rendere più elastici e fruibili le forme di contatto con i consolati e i tempi di apertura degli uffici e, soprattutto, a inviare un funzionario nelle realtà distanti dalla sede consolare per raccogliere le richieste del plico elettorale e le liberatorie richieste”.
Le schede, secondo le regole, dovrebbero essere restituite ai consolati entro il 14 febbraio, per poi partire verso l’Italia il 21. I tempi sono strettissimi, gli italiani nel mondo devono poter votare, ciascuno di loro deve poter essere in grado di esprimere il proprio voto. Ci troviamo oggi in questa situazione anche perché nessuno è stato in grado di cambiare la legge sul voto all’estero e il meccanismo elettorale con cui votano le nostre comunità oltre confine: un meccanismo che fa acqua da tutte le parti, che politica e istituzioni avevano dichiarato di voler migliorare, ma che alla fine è rimasto così com’è. E adesso, si comincia già a parlare di disfunzioni e irregolarità. Era prevedibile, no?
































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