Sono in maggioranza uomini, con un’eta’ media di 34 anni, che si spostano per lo piu’ in cerca di lavoro, anche prima di aver finito l’universita’ o subito dopo la scuola dell’obbligo. E’ questo l’identikit degli italiani che emigrano all’estero tracciato dal rapporto "Italiani nel mondo 2013", realizzato dalla fondazione Migrantes e presentato oggi a Roma. Nel dettaglio, secondo l’indagine il 53 per cento dei nostri connazionali espatriati sono maschi, il 54 per cento e’ celibe e il 38,1 coniugato.
Per quanto riguarda le classi di eta’: il 15,5 per cento e’ minorenne, il 21 per cento ha tra i 18 e i 34 anni, il 25 per cento tra i 35 e i 49 anni, il 19 per cento invece ha un’eta’ compresa tra i 50 e i 64 anni. Un altro 19 per cento e’ composto dagli over 65. Chi si sposta verso l’estero e’, secondo le cancellazioni anagrafiche dell’Istat aggiornate al 2011, effettivamente nel pieno dell’eta’ lavorativa: il 22 per cento e’ laureato, mentre il 28,7 per cento ha un diploma. Dei 14.372 diplomati pero’, l’83 per cento ha frequentato l’universita’ o, almeno ha provato, salvo poi prendere la strada dell’espatrio.
"In un clima di generale di recessione economica considerando l’aumento vertiginoso dei tassi di disoccupazione in Italia e del disagio economico e sociale, molti giovani decidono di spostarsi all’estero prima ancora di aver finito l’universita’ – si legge nel rapporto – una sorta di emigrazione del "semi-lavorato" dall’Italia che finisce con l’essere "effettivamente plasmato" fuori dai confini nazionali. Di questi non e’ detto quanti finiranno il percorso di studi, cosi’ come non e’ dato sapere se si sono spostati con l’intento di lavorare o di frequentare un corso all’estero o, ancora, di specializzarsi fuori dai confini nazionali".
Questo aspetto dell’emigrazione verso l’estero e’ avvalorato dalla scelta dei paesi dove spostarsi: nel 2011, i laureati e i diplomati scelgono principalmente Regno Unito, Svizzera e Germania. Si tratta, infatti, delle principali realta’ europee per quanto concerne la formazione e lo studio, ma anche per la professionalizzazione e la ricerca.
Nell’indagine vengono messi in risalto anche alcuni campanelli d’allarme: sono cresciuti, in modo consistente, gli espatriati con licenza media inferiore (erano lo 0,3% nel 2010, sono il 24,4% nel 2011) diretti soprattutto in Germania e in Svizzera, le mete delle catene migratorie dell’ultima grande emigrazione italiana degli anni ’50. "Ci si augura che non si abbia a che fare con flussi di giovanissimi che partono subito dopo la scuola dell’obbligo alla ricerca di un lavoro per aiutare le famiglie in forte difficolta’ e disagio economico -scrivono i ricercatori della Fondazione Migrantes – di conseguenza e’ aumentato, in modo consistente, il numero assoluto dei minorenni coinvolti in questi spostamenti (dai 6.906 del 2010 agli 8.617 del 2011) che si sono diretti, prioritariamente, in Germania, Francia e Svizzera". Per quanto riguarda il totale delle cancellazioni anagrafiche per l’estero, secondo l’Istat, nel 2011 sono state 50.057 (+10.512 rispetto al 2010), il numero piu’ alto dal 2000. Mentre le iscrizioni sono state 31.466 (+3.274 rispetto al 2010). Tra coloro che sono rimpatriati le donne sono il 51,9 per cento e l’eta’ media e’ di 36 anni e mezzo. Il 28,9 per cento dei rimpatriati ha piu’ di 50 anni e, in particolare, il 12,8 per cento ha piu’ di 65 anni. Cio’ testimonia quanto, a conclusione del percorso lavorativo condotto all’estero, sia ancora oggi avvertito il desiderio di rientro in patria. Il 26 per cento di chi rimpatria e’ diplomato, il 24,4 per cento ha la licenza media inferiore, l’11,6 per cento la licenza elementare e "solo" il 18,9% e’ laureato.
LA CRISI SPINGE VERSO ORIENTE Sono sempre di piu’ gli italiani che vivono oltre i confini nazionali. Al primo gennaio 2013 i residenti all’estero sono 4.341.156, il 7,3 per cento dei circa 60 milioni di residenti in Italia. Con una crescita, in valore assoluto, rispetto allo scorso anno del 3,1 per cento, pari a 132.179 persone. Lo dicono i dati dell’anagrafe del ministero dell’Interno, contenuti nel Rapporto Italiani nel Mondo 2013, realizzato per l’ottavo anno consecutivo (dal 2006) dalla Fondazione Migrantes.
La ripartizione continentale rimarca, ancora una volta, che la maggior parte degli italiani residenti fuori dall’Italia si trova in Europa (2.364.263, il 54,5 per cento del totale); segue l’America (1.738.831, il 40,1 per cento del totale) e, a larga distanza, l’Oceania (136.682, il 3,1 per cento), l’Africa (56.583, l’1,3 per cento) e l’Asia (44.797, l’1 per cento). Dai dati disaggregati emerge, pero’, che gli italiani emigrano guardando sempre di piu’ alle opportunita’ offerte dall’Oriente: dal 2011 l’aumento piu’ vistoso riguarda infatti la comunita’ italiana in Asia (+18 per cento), segue l’America (+6,8 per cento), l’Africa (+5,7 per cento), l’Europa (+4,5 per cento) e l’Oceania (+3,6 per cento). Un aumento che continua nel biennio 2012-2013. Le comunita’ di cittadini italiani all’estero numericamente piu’ incisive continuano ad essere quella argentina (691.481), quella tedesca (651.852), quella svizzera (558.545), la francese (373.145) e la brasiliana (316.699) per restare alle nazioni che accolgono collettivita’ al di sopra delle 300 mila unita’. A seguire, il Belgio (254.741), gli Stati Uniti (223.429) e il Regno Unito (209.720). Piu’ della meta’ ( 52,8 per cento pari a quasi 2 milioni e 300 mila) degli italiani residenti all’estero all’inizio del 2013 e’ partito dal Meridione, il 32 per cento (circa 1 milione 390 mila) dal Nord e il 15 per cento dal Centro Italia (poco piu’ di 662 mila).
La Sicilia, con 687.394 residenti, e’ la prima regione di emigrazione seguita dalla Campania, dal Lazio, dalla Calabria, dalla Lombardia, dalla Puglia e dal Veneto. Ma nell’ultimo anno ad espatriare sempre piu’ persone dalle regioni del Nord: il confronto dei valori regionali del biennio 2012-2013 fa emergere la particolare dinamicita’ che ha caratterizzato in particolare la Lombardia (+17.573), il Veneto (+14.195) e, solo successivamente, la Sicilia (+12.822). "Si assiste a un ritorno del protagonismo del Nord Italia come territori di partenza a discapito delle regioni del Sud dove probabilmente la crisi da fattore di spinta si e’ trasformata in causa di impedimento allo spostamento -si legge nel rapporto -. Il Settentrione, invece, nonostante la recessione economica, si caratterizza per essere attualmente un’area particolarmente interessata dagli spostamenti verso l’estero". In generale, l’analisi delle presenze all’estero per origine provinciale evidenzia la preminenza delle regioni del Sud Italia. Ad esclusione di Roma, prima in graduatoria con piu’ di 298 mila residenti, seguono soprattutto province siciliane e campane.
In particolare, nella graduatoria delle prime 10 province si susseguono Cosenza (152.403), Agrigento (152.403), Salerno (119.095), Napoli (113.787), Catania (108.413), Palermo (107.658) e Avellino (102.230). In nona posizione si trova Milano (98.583) e, a chiudere, e’ Potenza (95.653). Roma e Milano, rispettivamente con +8.838 e +5.794 unita’, sono le province che hanno registrato gli aumenti piu’ consistenti dal 2012 al 2013. Seguono Cosenza (+4.802) e Torino (+4.132). A livello generale considerando i comuni con il numero maggiore di iscritti all’Aire Roma, con 274.249 iscrizioni, apre l’elenco seguita da altre 7 "grandi" citta’ italiane – Milano, Napoli, Torino, Genova, Palermo, Trieste, Catania – anche se con numeri molto distanziati dalla Capitale di Italia. A seguire il primo "piccolo" comune, Licata, l’unico non capoluogo tra i primi dieci.
































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