Assume dimensioni sempre piu’ vaste l’offensiva di ribelli siriani nel nord e nel nord-est del Paese contro miliziani qaedisti, autori secondo diverse fonti di un massacro di decine di loro prigionieri civili ad Aleppo. La metropoli del nord continua da tre settimane a essere colpita anche da bombardamenti aerei del regime, nei quali sono morte quasi 600 persone, di cui oltre 200 tra donne e bambini. Il conteggio delle vittime e’ fornito in modo dettagliato dal Centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc) ma anche dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) che cita fonti mediche presenti ad Aleppo, i cui quartieri solidali con la rivolta sono stati colpiti a ripetizione dai barili-bomba sganciati da elicotteri governativi.
Sempre ad Aleppo, nel quartiere orientale di Qadi Askar, nell’ex ospedale oftalmico diventato nei mesi scorsi una delle prigioni controllate dai qaedisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), una cinquantina di prigionieri, per lo piu’ civili, sono stati giustiziati per rappresaglia nei confronti dell’offensiva dei ribelli contro le postazioni dell’Isis. E in serata lo scontro e’ diventato anche guerra di propaganda, con lo sceicco Abu Mohammed al-Adnani che, in un messaggio radiofonico, ha incitato i combattenti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante ad "annientare" gli altri ribelli in Siria. I combattimenti tra le diverse formazioni dell’Esercito libero (Esl) e dell’insurrezione islamica (L’esercito dei combattenti per la jihad, il Fronte Islamico) contro l’Isis sono peraltro proseguiti anche oggi nella zona di Aleppo, Idlib e Raqqa. Per la prima volta si sono registrati scontri anche a Dayr az Zor, capoluogo della regione orientale siriana confinante con quella irachena di al Anbar, teatro da giorni di scontri tra insorti sunniti, qaedisti dell’Isis e forze governative di Baghdad. I miliziani qaedisti assediati dai ribelli siriani dell’Esl si sono ritirati stamani dal centro di Dayr az Zor, ripiegando nei sobborghi, dopo aver concluso una tregua.
Un accordo analogo e’ stato raggiunto in tre diverse localita’ della regione di Aleppo sempre tra Isis e Esl. L’intesa e’ stata firmata da tale Omar il Ceceno, a conferma che i quadri medio-alti dell’Isis sono stranieri. L’Ondus afferma che da venerdi’ a oggi nella regione di Idlib 34 qaedisti stranieri sono morti nei combattimenti con i ribelli locali. Ma la situazione varia da regione a regione ed e’ difficile verificare quanto sta accadendo: a est di Homs, nella Siria centrale, l’Isis avrebbe ucciso 15 ribelli e ha decapitato il loro leader locale. A Raqqa diverse fonti danno per morto il capo locale dei qaedisti, Abu Loqman. E aspri combattimenti si sono registrati, dopo mesi relativa calma, tra ribelli siriani e milizie curde vicine al regime di Damasco nella provincia nord-orientale di Qamishli. Questo mentre l’aviazione del presidente Bashar al Assad prosegue i suoi raid contro zone solidali con la rivolta, in particolare nella regione di Damasco e in quella meridionale di Daraa: bombardamenti mortali si sono registrai a Qabun (quartiere di Damasco) e nei sobborghi di Duma, Daraya e Kfar Batna.
Oltre 15 i civili uccisi, secondo i Comitati di coordinamento locali degli attivisti di zona. Dal canto suo, l’agenzia ufficiale Sana riferisce di "numerosi terroristi" uccisi in varie zone del Paese. Citato dalla stessa Sana, il ministro dell’informazione Umran Zobi ha ribadito che Assad vincera’ le prossime elezioni presidenziali, previste per maggio, e che la sua candidatura e’ supportata da una "decisione popolare".
































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