Aumenta il bilancio dei civili rimasti uccisi nella repressione a Homs, in Siria.
Attivisti e testimoni oculari alla tv panaraba Arabiya hanno parlato di almeno cinque vittime.
Fonti precisano che le forze di sicurezza fedeli al presidente Bashar al Assad hanno aperto il fuoco contro le abitazioni e i residenti durante rastrellamenti a Hula, cittadina nei pressi di Homs.
Stamani, sempre gli attivisti anti-regime avevano denunciato la morte di un civile a Hirak, nella regione meridionale di Daraa raggiunto mortalmente da colpi di arma da fuoco di miliziani lealisti (shabbiha).
Clima incandescente anche nello Yemen, dove sta salendo la protesta e decine di migliaia di manifestanti si sono ammassati per le vie della capitale Sanaa all’indomani della repressione di una dimostrazione contro il presidente Alì Abdallah Saleh che ha provocato 26 morti.
Stamattina, i manifestanti hanno marciato dalla piazza del Cambiamento, epicentro della contestazione iniziata in febbraio, verso via al-Zubeiri, dove è confluito un altro corteo di migliaia di contestatori che avevano passato la notte in tenda. Al loro arrivo, secondo testimoni, si sono verificati scontri tra un gruppo di manifestanti, poliziotti e militanti pro-regime, ma non ci sono state vittime.
Sono almeno 20 le vittime degli scontri a Sanaa e Taez tra manifestanti che chiedono l’allontanamento del presidente Ali Abdallah Saleh e forze di sicurezza yemenite. Tre delle vittime sono soldati dissidenti, due sono bambini. Ne danno notizia fonti mediche. Con le vittime delle manifestazioni di oggi, alle quali partecipano decine di migliaia di persone, sale a 46 il numero dei dimostranti uccisi da ieri nella capitale. Altre due persone sono morte a Taez, seconda città dello Yemen, a sud-ovest di Sanaa.
Il ministro degli esteri dello Yemen ha oggi espresso dispiacere e condanna per "tutti gli atti di violenza ed il sangue versato" ieri a Saana. Il ministro yemenita Abubakr Abdullah Al-Qirbi, in un intervento al Consiglio Onu dei diritti umani riunito in sessione a Ginevra, ha aggiunto che il governo indagherà e che i responsabili saranno portati davanti alla giustizia.
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