Cosa succedera’ dopo un eventuale attacco al regime siriano? Piu’ sale la tensione, piu’ ridondanti si fanno le minacce da parte di Damasco o di Teheran agli Usa e i loro alleati: un attacco in Siria provochera’ una reazione anche ”oltre i confini siriani”, ha affermato oggi l’Iran, che ha gia’ ammonito anche Israele affermando che ”brucera”’. A sua volta la Siria e’ arrivata a sostenere che terroristi colpiranno i popoli d’Europa con gas letali. Parole che Washington prende molto seriamente, mentre sembra pero’ considerare piu’ possibile una risposta di tipo ‘asimmetrico’, ovvero terroristico, anche sul ‘fronte interno’, piuttosto che militare. E un monito in tal senso e’ arrivato anche dal presidente venezuelano Nicolas Maduro, che ha avvertito il suo omologo francese Francois Hollande che un attacco militare contro la Siria ”infetterebbe l’Europa con il terrorismo”. Ma una reazione potrebbe esserci anche anche nel cyberspazio, e non a caso il governo americano ha allertato agenzie federali e aziende private su possibili attacchi informatici; che peraltro in parte gia’ ci sono stati, con l’assalto di hacker del Syrian Electronic Army negli Usa, tra cui contro i sistemi del New York Times. E proprio il Nyt riferisce oggi che l’Fbi ha intensificato l’attenzione sui siriani in America, centinaia dei quali prevedibilmente verranno interrogati nei prossimi giorni.
Anche ai tempi dell’attacco in Libia il Buereau interrogo’ del resto quasi mille libici che si trovavano negli Usa.
Frattanto, diversi analisti si interrogano a loro volta sui media su quale potrebbe essere una risposta da parte del regime siriano o di quello iraniano suo alleato. Una reazione militare da parte di Assad ”sarebbe una sorpresa, perche’ otterrebbe solo di trascinare ulteriormente gli Stati Uniti nel conflitto”, ha affermato Shawn Brimley, del Center for a New American Security, un think-tank di Washington, secondo cui molto probabilmente il presidente siriano e’ ben consapevole che in tal caso le sue possibilita’ di sopravvivenza sarebbero molto scarse. ”Se Damasco viene attaccata, anche Tel Aviv verra’ presa di mira”, ha scritto l’agenzia iraniana Fars, ma un attacco missilistico da parte dell’Iran appare allo stesso modo improbabile, poiche’ Israele con ogni probabilita’ risponderebbe in maniera massiccia e devastante.
Rimane l’incognita Hezbollah, il movimento sciita libanese che dispone di un gran quantita’ di missili schierati verso Israele, che pero’ sembra comunque avere scarso interesse strategico a colpire il potente nemico che potrebbe scatenare un nuovo conflitto in Libano nel momento in cui migliaia di combattenti del ‘partito di Dio’ sono sparsi in Siria per dare sostegno al regime di Assad. La spettro del terrorismo resta quindi il piu’ minaccioso, secondo vari analisti. E si tratta di uno spettro destinato ad aleggiare per diverso tempo, considerato anche che, come nota il Nyt, durante e dopo l’attacco in Libia non ci sono state rappresaglie militari agli Stati Uniti, mentre dopo un anno il consolato Usa a Bengasi ha subito un assalto terroristico in cui sono stati uccisi quattro americani, tra cui l’ambasciatore Chris Stevens.
































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