"E’ pronto un atto di diffida delle educatrici di nidi e delle insegnanti delle scuole dell’infanzia contro il sindaco Marino e l’Assessore Cattoi nei confronti di quanto previsto dal nuovo impianto organizzativo dei servizi educativi e scolastici di Roma Capitale. All’appello contro questa Amministrazione mancavano solo loro ed ecco che puntuali arrivano anche le proteste delle educatrici. A questo punto di fronte alla chiusura dei nidi nel periodo preestivo, alla cronica carenza di posti negli stessi, ad una manutenzione scolastica inesistente, alla paventata ipotesi di eliminazione del salario accessorio, ci chiediamo se le lavoratrici che tutti i giorni sono a contatto con i bambini romani debbano continuare a vivere con questo conclamato stato di ansia e precarietà. Marino si svegli, perché alla favola che alla scuola ci pensa solo la sinistra non ci crede più nessuno. Purtroppo il rischio è che quest’Amministrazione stia portando la scuola a un inesorabile quanto infausto finale e cioè la distruzione dei servizi scolastici nella Capitale”, così dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, nel commentare il confronto odierno tra l’assessore capitolino alla Scuola Alessandra Cattoi e i rappresentanti dei sindacati sul piano di riorganizzazione del settore scolastico comunale.
“Nello specifico l’atto di diffida verte su alcuni pilastri tra cui, in primis, l’aumento del carico di lavoro maggiore per il personale di ruolo a parità di retribuzione. Ipotesi che comporterebbe un’evidente diminuzione della concentrazione, della motivazione e della forza delle insegnanti, il tutto a discapito di quell’utenza costituita da bambini, cui occorrerebbe invece garantire una funzione educativa e scolastica con adeguati standard qualitativi. Un’eventualità che inoltre porterà alla contrazione del lavoro per il personale precario, che rischierebbe la disoccupazione, quando invece, anche alla luce della giurisprudenza comunitaria, avrebbe diritto ad ottenere un contratto a tempo indeterminato con riconoscimento di tutti gli emolumenti lavorativi, retributivi e contributivi maturati”, prosegue Santori nel citare l’atto di diffida.
“Nell’atto di diffida risultano poi contestate le nuove figure dirigenziali che verrebbero introdotte a totale scapito della collegialità e della sinergia fra le insegnanti stesse, con evidente ulteriore dispendio di ingenti risorse che ben potrebbero essere utilizzate per l’assunzione del personale precario che ha sostenuto e superato la prova del concorso di insegnante di scuola dell’infanzia. Infine, aspetto altrettanto grave, si impugna la rappresentata modifica che prevede la deputazione alle cooperative dell’incombente di accoglienza di bambini e famiglie, ruolo che, come da sempre ammesso e sostenuto da Roma Capitale nelle note “otto tesi”, era stato ed avrebbe dovuto continuare ad essere espletato dalle insegnanti ed alle educatrici”, conclude Santori.
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