Egregio direttore Filosa,
sono un italiano che vive in Italia ma che ha una figlia che vive nella Repubblica Dominicana da circa 2 anni. Ho seguito con molto interesse tutte le vicende che hanno preceduto la chiusura dell’ambasciata italiana a Santo Domingo. Ho scritto anche ad alcuni politici, deputati e senatori delle commissioni esteri di Camera e Senato, ma nessuno è stato in grado di spiegarmi il reale motivo della chiusura della sede diplomatica.
Molti hanno fatto finta di non capire, altri hanno scaricato la responsabilità sul Ministero degli Affari Esteri; in poche parole, non si sa perché questa sede è stata inesorabilmente chiusa. Qualcuno ha provato a dire che la chiusura sia legata a motivi economici ma, dati alla mano, è evidente che non è così e voglio in breve esporle i miei pensieri in merito.
Le competenze dell’ambasciata a Santo Domingo sono state trasferite a quella a Panama, quindi questo farebbe supporre che era più conveniente chiudere quella in terra dominicana piuttosto che quella in terra panamense, ma non è affatto così.
Prima di tutto tale decisione appare illogica perché nella circoscrizione dell’ambasciata a Santo Domingo vi è un numero di italiani residenti pari ad oltre il doppio di quelli residenti nella circoscrizione di Panama.
Secondo aspetto è quello economico. Sia la sede dell’ambasciata che la residenza dell’ambasciatore a Santo Domingo sono di proprietà del governo italiano, le sole spese per il mantenimento sono quelle ordinarie, mentre ciò non è vero per la sede a Panama, per la quale il governo italiano spende 101.494,13 euro all’anno.
L’ambasciata a Santo Domingo serviva un numero di italiani pari al doppio di quella a Panama, aveva un costo molto inferiore… eppure è stata chiusa, nessuno fino ad oggi è stato in grado, o ha voluto, chiarire questo mistero. Cambiano i governi in Italia, ma i punti oscuri in certe zone restano sempre bui come una notte senza luna.
Non voglio annoiarla ulteriormente, come ultima cosa le dico che i dati su cui mi sono basato sono quelli pubblicati dal Ministero degli Affari Esteri, dati pubblici e accessibili a tutti.
Colgo l’occasione per inviarle i miei saluti, anche a nome di mia figlia, una delle “vittime” del taglio dell’ambasciata.
Paolo Leonardi
IL COMMENTO DEL DIRETTORE
Caro Paolo, grazie per la tua lettera. Condivido la tua analisi. Sul caso che riguarda la chiusura dell’ambasciata d’Italia a Santo Domingo ItaliaChiamaItalia si è fatta sentire di continuo, senza sosta, fin dall’inizio di questa vicenda. Personalmente, essendo residente nella Repubblica Dominicana da quasi vent’anni ormai, mi sono fatto portavoce della comunità italiana e ho organizzato, insieme a tanti amici e collaboratori, diverse iniziative per bloccare la chiusura. Ci sono state sul caso anche interrogazioni parlamentari… Niente, non è servito a nulla.
E’ vero, la scelta di chiudere la sede diplomatica tricolore nella RD non ha alcuna logica. E’ ormai evidente a tutti che si tratta di una decisione politica. Forse presa anche a seguito della gestione quanto meno disinvolta da parte di impiegati e funzionari dell’ambasciata per ciò che riguarda i visti, per esempio. Ma di questo si sta già occupando la procura di Roma.
Il fatto è che, se davvero la nostra ambasciata fosse stata chiusa perché al suo interno vi lavoravano alcune “mele marce”, anziché fare pagare a chi ha sbagliato, si stanno facendo pagare gli errori di qualcuno a una intera comunità.
L’attuale governo non ha mai voluto sentire ragioni. Si è sempre nascosto dietro la spending review. Un alibi, nulla di più. Mi auguro che gli italiani dei Caraibi alle prossime elezioni si ricordino bene di chi ha deciso di abbandonarli a se stessi senza alcuna spiegazione logica.
































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