Pierangelo Dacco’, l’uomo d’affari in carcere non solo per il caso San Raffaele ma anche per l’inchiesta con al centro la Fondazione Maugeri, non aveva ‘entrature’ solo in Regione Lombardia, ma anche conoscenze di un certo rilievo in Sicilia, in particolare con l’ex governatore ed ex senatore Toto’ Cuffaro, ora in carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, con l’attuale leader del movimento Grande Sud Gianfranco Micciche’ e con l’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata.
Mentre Dacco’, interrogato oggi dal gip Vincenzo Tutinelli, ha ammesso di aver ricevuto negli anni dalla Fondazione Maugeri consulenze per una settantina di milioni di euro in quanto sapeva ‘come risolvere i problemi’ perche’ conosceva come funzionavano gli ‘ingranaggi’ in Regione, dalle carte dell’ indagine emergono anche i suoi rapporti con persone che allora avevano incarichi istituzionali e che, comunque, ‘contavano’ in Sicilia.
A raccontare di queste conoscenze e’ stato l’ex assessore regionale alla sanita’ lombarda, in carica negli anni ’90, Antonio Simone, anche lui in carcere con l’accusa di aver partecipato al maxi-drenaggio di denaro – si ipotizza 70 milioni – dalle casse della Fondazione per creare fondi neri all’estero.
Simone, lo scorso 3 febbraio, nel ripercorrere i suoi rapporti d’ ‘affari’ con Dacco’, ha raccontato di aver lavorato con lui a un progetto in Sicilia ‘a favore della Fondazione Maugeri’ per la realizzazione di ‘un nuovo modello di strutture sanitarie’. ‘Devo precisare – ha sottolineato – che Dacco’ aveva varie conoscenze in Sicilia, in particolare con Cuffaro, Micciche’ (agli atti e’ scritto Micchiche’), il sindaco di Palermo Cammarata ed un altro onorevole della stessa corrente politica di Micciche”. Quest’ultimo in passato e’ stato sottosegretario e uomo di punta siciliano di Forza Italia.
‘Queste persone – ha proseguito Simone – sono state gli interlocutori di Dacco’ per l’operazione di Maugeri in Sicilia. Tali circostanze mi sono state riferite direttamente da Dacco’ che aveva incontri con queste persone’. Da quanto messo a verbale dall’ex assessore lombardo, ‘l’operazione e’ iniziata nel 2001, nel 2003 c’e’ stato il protocollo di intesa, nel 2004 il decreto di approvazione di tale protocollo, ed e’ tuttora in corso’.
Intanto Dacco’, per circa tre ore, ha risposto alle domande del gip e dei pm dell’indagine. Ha ammesso di aver ricevuto contratti di consulenza per 70 milioni circa dalla Fondazione per la sua conoscenza degli ‘ingranaggi’ regionali, ma ha aggiunto anche di essere stato ‘ricompensato per la sua attivita’ di lobby in quanto portatore di interessi legittimi della Fondazione Maugeri in Regione e per i suoi progetti imprenditoriali’.
Il suo difensore, l’avvocato Giampiero Biancolella, ha pero’ tenuto a precisare: ‘All’interrogatorio era presente un convitato di pietra: il reato di corruzione. Non e’ stato contestato, ma da ogni domanda fatta al mio assistito emerge chiaramente che il sospetto degli inquirenti e’ che Dacco’ corrompesse qualcuno’.
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