All’apparenza, si e’ tornati indietro al giugno scorso. Roberto Formigoni, scrive oggi il Corriere della Sera, e’ indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su delibere di favore che la Regione Lombardia avrebbe garantito all’ospedale San Raffaele (nella gestione di don Verze’) per tramite del faccendiere Pierangelo Dacco’, condannato a 10 anni per la bancarotta della societa’. Il governatore avrebbe goduto, in cambio, di lussuosi benefits. Le stesse accuse che gli furono formulate nel giugno del 2012 a proposito dei rapporti con la Fondazione Maugeri, da cui questo ‘nuovo’ filone di indagine e’ partito: anche allora la vicenda emerse con le medesime modalita’ e suscito’ le medesime reazioni. Formigoni, infatti, ha detto di aver appreso la notizia questa mattina dalla stampa ma mai dai pm, anche se pare sia indagato da qualche mese. E ha assicurato che ‘non un reato e’ stato commesso ne’ un centesimo di denaro pubblico dissipato’. ‘Evidentemente – si e’ anzi detto convinto – non trovando nuovo fango per infangarmi si utilizza fango gia’ usato’. Da quanto si e’ appreso, al governatore viene contestato di aver favorito con finanziamenti pubblici, attraverso una serie di delibere della Giunta regionale, il polo ospedaliero: parte delle somme distratte dal San Raffaele (7-8 milioni di euro) sarebbero finite – questa l’ipotesi – nel "portafoglio" di Dacco’ coi circa 60 milioni usciti dalla Maugeri. Da questi (quasi) 70 milioni di euro di risorse provenienti dai due enti (attraverso bonifici e un sistema di false fatturazioni), sarebbero fuoruscite le somme utilizzate per pagare benefits per un totale di circa 7,8 milioni a Formigoni. Come gia’ emerso nei mesi scorsi, infatti, il presidente e’ sospettato di aver usufruito di tre yacht per una spesa di circa 4,5 milioni di euro e anche dello ‘sconto’ di circa 1,3 milioni sull’acquisto di una villa in Sardegna pagata 3 milioni dall’amico Alberto Perego (con prestito di 1,1 milioni dal governatore), oltre a una serie di altre ‘utilita”.
‘Quanto mi verrebbe oggi addebitato – ha commentato Formigoni, candidato al Senato per il Pdl – e’ la ripetizione, parola per parola, di quanto m’e’ stato addebitato piu’ volte nei mesi scorsi e che ho gia’ smentito e smontato in maniera inoppugnabile’. Il clamore per il suo coinvolgimento nel caso Maugeri fu maggiore, perche’ Formigoni era ancora in sella ed era la prima volta che gli veniva formulata un’accusa cosi’ grave nel campo in cui la Regione spende la parte piu’ consistente del bilancio. A questo punto l’inchiesta sulla sanita’ rischia comunque di trasformarsi nella lente attraverso la quale saranno guardati quasi 18 anni di governo della Lombardia. Almeno fino a quando le ipotesi di reato – sempre smentite da Formigoni – non approderanno a una verita’.
La vicenda, dunque, e’ tornata tema di campagna elettorale. Per Umberto Ambrosoli, candidato governatore del centrosinistra, ‘e’ solo un altro tassello di quel complesso groviglio di interessi privati che ha sottratto risorse ai cittadini lombardi’. Dicendo cio’, e’ stata la replica di Formigoni, ‘si configura il reato di calunnia: ne rispondera’ in tribunale’.
































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