Con l’elezione a presidente di Milos Zeman, per la Repubblica ceca si profila un partnership migliore con l’Ue. Ne sono convinti gli esperti per i quali il ruolo della Repubblica sara’ meno marginale di quello che gli e’ stato attribuito nel corso della presidenza dell’euroscettico Vaclav Klaus.
Zeman, di professione economista, si dichiara ‘eurofederalista’, contrario ad un superstato europeo ma favorevole ad una federalizzazione progressiva. ‘Sono un eurofederalista e penso che la Repubblica ceca dovrebbe schierarsi verso il rafforzamento delle strutture dell’Ue, compresa l’unificazione della politica economica che preveda un controllo sui bilanci nazionali e una politica fiscale comune’, sostiene Zeman, secondo il quale l’euro ‘non e’ un rimedio a tutto’ e la Repubblica ceca non entrera’ nell’eurozona prima del 2017.
Il nuovo presidente e’ a favore del Patto di Stabilita’ e dei meccanismi che ne garantiscono l’adempimento, invece e’ contrario a qualsiasi aiuto alla Grecia, sostenendo che ‘se un Paese vive oltre le sue possibilita’, deve pagare da solo’. Per quanto riguarda l’allargamento dell’Ue ai paesi balcanici, Zeman e’ favorevole all’entrata nell’Ue della Croazia, eventualmente alla Serbia, contrario all’esclusione della Russia e all’integrazione della Turchia. A differenza del suo avversario Schwarzenberg non riconosce l’autonomia del Kosovo considerato ‘un regime terrorista finanziato da narcomafie’.
































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