Nessuno puo’ prevedere quando il ‘Conclave laico’, cioe’ le Camere riunite con i Grandi elettori, riuscira’ ad esprimere il nome del nuovo ‘papa’. Ma e’ certo che il prossimo inquilino del Colle non si potra’ permettere alcun rodaggio: in pochissimi giorni infatti si trovera’ a dover affrontare – con la massima urgenza visto che si e’ votato quasi due mesi fa – la grana del nuovo Governo. Si annuncia una settimana di fuoco per il prossimo presidente della Repubblica, chiunque egli sia. Mister X, chiamiamolo cosi’, dovra’ accorciare tutte le procedure necessarie per entrare nella pienezza dei poteri e nella funzionalita’ dei suoi uffici. Giorgio Napolitano, che non aveva cosi’ tanta fretta, ci mise circa cinque giorni. E’ probabile che il suo successore cerchi di stringere ancor di piu’ i tempi. Anche perche’ incombono – a frenare le possibilita’ di proficuo lavoro – anche le festivita’ del 25 aprile e del primo maggio.
Cerchiamo di fare un po’ d’ordine sulla tempistica e le procedure: ipotizziamo che mister X sia eletto al quarto scrutinio, cioe’ il primo a maggioranza semplice. E non e’ per nulla scontato. Comunque siamo a venerdi’ sera o a sabato mattina: nell’ottica della velocita’ potrebbe chiedere di pronunciare il proprio discorso alle Camere gia’ lunedi’ 22 aprile. O, piu’ probabilmente, martedi’ 23. Considerando che il successore di Napolitano dovra’ rifare quasi interamente la squadra dei suoi piu’ stretti collaboratori, dal segretario generale (l’attuale, Donato Marra, potrebbe anche essere riconfermato), diventa difficile che possa essere pronto ad aprire le consultazioni prima del festivo 25 aprile che e’ giovedi’. Si arriverebbe cosi’ almeno a venerdi’ 26 aprile come data utile per prendere in mano il pallino della formazione del Governo. Infatti la festivita’ del primo maggio incombe e per quella data saranno passati quasi 70 giorni dalle elezioni.
Inevitabili appaiono infatti nuovi consultazioni per sondare le forze politiche e i loro orientamenti dopo aver sgombrato il campo dal macigno del voto per il Colle. Andare oltre questa data significherebbe inoltre rendere impossibili le elezioni a giugno, come alcuni vorrebbero. Come si vede calendario alla mano mister X dovra’ smaltire in fretta la sbornia delle cerimonie previste per il suo insediamento, che non sono poche. Lo schema infatti e’ rimasto sostanzialmente immutato dal 1948.
Proclamato l’esito positivo della votazione, secondo la prassi il presidente della Camera si reca dall’eletto per consegnargli il verbale dell’avvenuta elezione. In questa fase l’attuale presidente si potrebbe gia’ dimettere per velocizzare l’iter d’insediamento. Secondo altre interpretazioni, Napolitano si potra’ dimettere invece solo dopo il giuramento alle Camere per impedire cosi’ una ‘vacatio’, seppur formale. Il cerimoniale e’ complesso: per il giuramento, ad esempio, l’aula della Camera sara’ addobbata con 21 grandi bandiere e con drappi rossi ornati d’oro. Il nuovo presidente arrivera’ a Montecitorio accompagnato dal segretario generale della Camera.
Dal momento in cui lascera’ la sua abitazione la campana piu’ grande di Montecitorio comincera’ a suonare: smettera’ solo quando il nuovo presidente entrera’ nell’atrio della Camera. Si tratta di una campana particolare: nel bronzo, oltre alla stemma papalino, alle figure di Cristo e di Sant’Antonio c’e’ il motto "Onorate la giustizia voi che giudicate in terra". Il presidente della Repubblica e’ infatti anche presidente del Consiglio superiore della magistratura ed e’ il primo magistrato d’Italia.
Nel momento preciso in cui verra’ pronunciata la formula del giuramento dal Gianicolo saranno sparati 21 colpi di cannone a salve. Dopo il giuramento di fedelta’ alla Costituzione il presidente pronuncera’ il suo messaggio alla nazione. Quindi si spostera’ all’Altare della Patria a deporre una corona di fiori al milite ignoto. Poi, finalmente, al Quirinale per il passaggio delle consegne e l’insediamento ufficiale. Il passaggio da Montecitorio al Quirinale avvera’ a bordo di una Lancia Flaminia convertibile 335 scortata dal Corpo dei Corazzieri e in compagnia del Presidente del Consiglio in carica.
































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