Non ha risposto al giudice che oggi gli faceva le domande per capire il perche’ di quelle 28 coltellate che hanno ucciso Paola Labriola, una psichiatra dedita al lavoro che anche il 4 settembre scorso ha indossato il suo camice bianco col sorriso sulle labbra, pronta ad accogliere i pazienti nel Centro di salute mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Liberta’ di Bari. Invece Vincenzo Poliseno, quando e’ entrato in quella stanza, l’ha aggredita e uccisa. Una violenza assurda, che spesso si ripete nei luoghi dove operano medici e infermieri. Ed e’ accaduto anche oggi, di nuovo, nel policlinico di Bari, dove un paziente ha aggredito un infermiere del pronto soccorso perche’ non voleva cambiare ambulatorio, provocandogli la lussazione della mandibola e la rottura di quattro incisivi. Ancora una volta una vittima di violenza all’interno di una struttura di cura. Aggressioni spesso senza un ‘perche”.
Quell’uomo, l’assassino, continua a dire di "non ricordare nulla": e’ in carcere da mercoledi’ e per ora vi restera’, perche’ il suo arresto e’ stato convalidato nel pomeriggio dal gip. Davanti al giudice Vincenzo Poliseno, 44 anni, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. E’ accusato di omicidio volontario e porto abusivo di arma da taglio. Un coltello lungo 12 centimetri con cui quella mattina e’ uscito di casa alla ricerca di qualcosa, forse soldi. E sulla sua strada ha trovato la dottoressa Labriola. Gentile e disponibile come sempre. Su quella donna che tante vite ha salvato con il suo lavoro, si e’ scatenata la furia omicida di Poliseno che, ormai da tre giorni, non proferisce parola. Solo. In una cella del carcere di Bari. ”E’ sempre uguale. Assente”, ha detto il difensore, l’avvocato Francesco Latesoriere, che gli ha fatto visita ogni giorno e che sta valutando se chiedere una perizia psichiatrica.
Solo in cella e solo anche fuori. Fino ad oggi, infatti, nessuno dei familiari ha contattato il difensore ne’ ha tentato di mettersi in contatto con il 44enne. E del resto lo stesso Poliseno, nel suo ultimo colloquio in carcere con l’avvocato, ha fatto capire di non avere contatti con i suoi parenti. Intanto la Procura ha affidato l’incarico per l’autopsia sul corpo della donna, che sara’ eseguita domani mattina dal medico legale Giancarlo Di Vella.BPoi, dopo il nulla osta dei magistrati, l’ultimo saluto a Paola Labriola. Ancora oggi, davanti all’ingresso del Centro di salute mentale di via Tenente Casale, dove la psichiatra e’ stata uccisa, amici e pazienti hanno portato mazzi di fiori e i biglietti di cordoglio. "Sei stato il mio angelo", la frase che accompagnava un fascio di gerbere fucsia. "Paola e’ l’ultima persona al mondo che meritava una fine cosi’ violenta. La terremo sempre con noi", recitava una frase su un mazzo di fiori bianchi. Il centro, chiuso dal giorno della tragedia, riaprira’ al pubblico lunedi’ prossimo. Ma non sara’ piu’ lo stesso. Le istituzioni, come promesso, dovranno far sentire il proprio impegno per garantire piu’ sicurezza. "L’idea che si possa militarizzare la sanita’ e’ irrealistica e sbagliata”, dice pero’ il presidente della Regione, Nichi Vendola, a Lecce per un incontro. ”Credo che dobbiamo farci carico – ha detto Vendola – di una situazione difficilissima, perche’ la sanita’ e’ figlia delle condizioni di benessere sociale. Sta crescendo troppa poverta’ e s’impazzisce per troppa miseria”.
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