Mi sia consentito fare un parallelo con la Francia. François Hollande vinse le primarie socialiste, fece un’alleanza con i verdi di Eva Joly, con i comunisti di Jean Luc Mélenchon, con i radicali di sinistra e vinse, sia pur di misura, le presidenziali e le legislative. Il centro, rappresentato dal Mo.dem. di François Bayrou, subì una secca sconfitta che ne ridimensionò le ambizioni; l’UMP perse dignitosamente e si registrò l’affermazione di Marine Le Pen.
A sei mesi da quella vittoria la Francia è precipitata in una crisi senza precedenti, nulla è stato fatto per rilanciare la competitività, il governo brancola nel buio, dilaniato da liti interne e Moody’s ha deciso di declassare la Francia.
Veniamo a noi: Bersani ha vinto le primarie, ricompatterà il partito, formalizzerà l’alleanza con Vendola, annetterrà Di Pietro (non prima di averlo fatto passare sotto le forche caudine) e farà una campagna elettorale come quella di Hollande sbilanciata a sinistra. Il centro-destra forse riuscirà, grazie al Porcellum, a mettere da parte rancori e dissidi e si unirà per impedire la vittoria della gioiosa macchina da guerra della sinistra che sarà sponsorizzata da De Benedetti e dal suo gruppo editoriale, con l’aiuto, non disinteressato, di qualche toga rossa.
Il centro rischia di restare schiacciato. Montezemolo, visti anche i deludenti sondaggi, potrebbe anche decidere di fare un passo indietro e i vari gruppuscoli di estrazione liberale che gravitano nel centro-destra saranno assorbiti da un blocco unitario e stempereranno le loro velleità in cambio di qualche seggio sicuro. Casini rischia di fare la fine di Bayrou e Fini pure.
L’esperienza insegna, sia in Francia sia in Italia, che il centro non si può alleare con la sinistra: gli elettori non capirebbero. Quindi? Si faccia un’adeguata scrematura e si uniscano le forze del centro-destra e si dia alla maggioranza silenziosa degli italiani la possibilità di non cadere nelle mani della sinistra e di fare la fine della Francia.
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