L’Emilia-Romagna non tradisce Pier Luigi Bersani. Nella regione di casa il segretario del Pd ha fatto cappotto, risultando primo non solo nella sua Piacenza (per lui il 50,33% dei consensi, con Renzi fermo al 39,60%), ma anche in tutte le altre Province. In tutta la regione invece, secondo i dati definitivi diffusi dal comitato, ha staccato Renzi di oltre dieci punti, con il 48,97% contro il 38,28%. Vendola si e’ fermato al 9,89%, mentre Puppato e Tabacci hanno raccolto, rispettivamente, il 2,36% e lo 0,59%.
Nel ‘day after’ Bersani ha preferito rimanere a casa per ricaricare le batterie e preparare l’ultima settimana di campagna elettorale. I sostenitori emiliano-romagnoli del segretario del Pd, intanto, registrano il successo della candidatura che ha visto, in regione, un divario fra i due sfidanti leggermente piu’ alto rispetto alla media nazionale.
Le roccaforti di Bersani si sono rivelate soprattutto Ferrara (51,89% contro 33,25%), Bologna (51,16% contro 33,39%) e Reggio Emilia (50,83% contro 37,98%). In altre zone, invece, il sindaco di Firenze si e’ avvicinato molto piu’ nettamente a Bersani, come a Forli’-Cesena (44,87% a 44,02%, circa 300 voti di distacco), a Parma (44,31% a 39,60%) e Modena (46,92% a 41,58%). Netta la vittoria di Bersani su Renzi anche a Ravenna (48,53% contro 40,96%) e Rimini (47,92% a 39,25%).
Il segretario del Pd e’ stato piu’ votato nei centri urbani che nelle periferie. Nel Comune di Bologna, ad esempio, Bersani ha preso il 52,36% contro il 27,61% di Renzi ed il 16,44% di Vendola. In tutti i capoluoghi di provincia, tuttavia, Bersani e’ risultato nettamente primo, con margini generalmente ben piu’ robusti rispetto al resto del territorio.
Soddisfazione anche e soprattutto per l’affluenza alle urne: sono stati infatti 440.826 gli emiliano-romagnoli che hanno partecipato al primo turno delle primarie. In questi casi e’ sempre difficile fare confronti: si puo’ notare pero’, tanto per avere un ordine di grandezza, che in Emilia-Romagna ha votato circa il 10% della popolazione (un numero molto superiore agli aventi diritto al voto), circa il doppio rispetto al dato complessivo nazionale.
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