Indice di fiducia sotto le scarpe, poca speranza di rialzare la testa nel 2013, digital divide ancora troppo accentuato, eppure dotate di un dinamismo e una spinta verso i mercati esteri mai vista. E’ la fotografie delle inossidabili piccole aziende italiane scattata dal nono Rapporto Unicredit dedicato alle Pmi, con un focus quest’anno sulle opportunita’ della digitalizzazione.
Il rapporto notifica un livello di fiducia delle aziende italiane posizionato nella soglia piu’ bassa dal 2004, in calo anche rispetto al 2011. Scarso l’ ottimismo poi sulla possibile uscita a breve dal tunnel, visto che la recessione non demorde, le prospettive restano deboli con il Pil che a fine 2012 attestato a -2,4%. E per il 2013, ‘e’ prevedibile che si contragga di un ulteriore 0,5%’ dice l’indagine Unicredit.
Le cose non vanno bene neppure sul fronte digitalizzazione. E pensare che ‘un’azienda piu’ digitale oggi ha quasi sempre ha piu’ credito, perche’ ha piani di business piu’ chiari, piu’ concreti, piu’ misurabili. E’ insomma – ha spiegato il direttore generale di Unicredit, Roberto Nicastro, durante la presentazione oggi del Rapporto – un’azienda che fa meglio l’azienda’.
Ma il digital divide resta penalizzante per le imprese italiane, soprattutto piccole e medie, ancora troppo distanti dalle opportunita’ di un buon livello di digitalizzazione. Il ritardo e’ pero’ di tutto il Paese, dove il ruolo dell’economia digitale ‘appare inferiore rispetto sia agli Stati Uniti sia a nazioni europee come Svezia,Gran Bretagna, Francia e Germania’, afferma il Rapporto.
In particolare, emerge una minore diffusione di tecnologie e servizi piu’ avanzati (rete intranet aziendale, rete extranet, profilo su social network) e un minore utilizzo di strumenti Internet come rapporti online con la P.a, e-commerce.
Nonostante le varie negativita’, le piccole imprese italiane lottano con tutte le forze per essere piu’ presenti sui mercati esteri. Ancora bassa la quota di Pmi che esportano (12% contro il 48,1% delle medie e il 56,4% delle grandi), ma ‘e’ notevole’ rileva il Rapporto Unicredit, il dinamismo nell’apertura verso l’estero. ‘Negli ultimi 10 anni un numero crescente di piccole imprese ha rivolto la propria attenzione ai mercati internazionali e cio’ e avvenuto con un’accelerazione progressiva a partire dal 2007, punto massimo del precedente ciclo economico’.
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