Il 29 marzo del 2010 Roberto Cota veniva eletto presidente della Regione Piemonte sconfiggendo la governatrice uscente Mercedes Bresso, candidata del centrosinistra. Ma ora è tutto da rifare, perché il Tar del Piemonte ha invalidato quel risultato accogliendo il "ricorso principale" della Bresso, per la vicenda delle firme false legate alla presentazione della lista dei Pensionati per Cota, che ha portato alla condanna definitiva di Michele Giovine a due anni e otto mesi. La lista di Giovine aveva raccolto alle scorse regionali ben 27mila voti, a fronte di uno scarto tra Cota e la Bresso di appena 9mila voti. E secondo quanto emerge dal dispositivo della sentenza diventa necessario adesso tornare al voto, in quanto il Tar ha annullato la proclamazione degli eletti "ai fini della rinnovazione della competizione elettorale". "Seppure in ritardo è stata fatta giustizia. La sentenza è immediatamente esecutiva, anche se ci sarà il ricorso, riusciremo ad andare al voto insieme alle amministrative e alle europee. Sono contenta soprattutto per il Piemonte, perché gira pagina" è il commento dell’ex presidente Bresso. Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini va all’attacco di "giudici e sinistra" ("Anche quando perdono – afferma -, riescono a vincere. Un attacco alla democrazia, ecco di cosa si tratta") e annuncia per domani alle 17 una fiaccolata della Lega Nord a Torino con lo slogan "Giù le mani dal Piemonte". E il governatore Cota non si dà per vinto: "Andrò avanti, chiedo giustizia" afferma nel corso di una conferenza stampa, definendo la sentenza "vergognosa" e aggiungendo che "siamo in un Paese di matti", in quanto "si è votato nel 2010. Ora, quattro anni dopo, si viene a dire che quel voto non è valido. Ma che idea si potrà fare chi all’estero vorrebbe investire da noi. Il nostro è un sistema fuori controllo".
Cota si mostra poi fiducioso sul fatto che il Consiglio di Stato smentirà il Tar: "Non vedo come possa confermare la sentenza, qui c’è un governo intero che deve funzionare, c’è un programma da portare avanti". Bresso, sottolineando invece che "il segretario della Lega e Cota delirano", annuncia: "Chiederemo al Consiglio di Stato che non dia la sospensiva ma decida subito, in modo che non siano create ulteriori difficoltà ai cittadini". Nel Partito democratico si guarda già alla consultazione elettorale: mentre il presidente del partito Gianni Cuperlo sottolinea che "in Piemonte si tornerà a votare. Sarebbe il caso di farlo presto. Dopo la sentenza di oggi il buon senso lo impone. Cota si dimetta e si ridia la parola ai cittadini questa primavera", l’ex sindaco di Torino e renziano doc Sergio Chiamparino si fa avanti: "Se nei prossimi mesi si andrà al voto anticipato per la Regione Piemonte vi sarà la mia disponibilità a una eventuale candidatura alla Presidenza della medesima che, naturalmente, non dipenderà solo da me". E la Bresso? Al momento l’ex governatrice del Piemonte sembra lasciargli la strada libera: "Il mondo cambia, questa battaglia mi ha sfiancata, non credo che avrei voglia di affrontare di nuovo la competizione per la guida del Piemonte" afferma sottolineando il sostegno ricevuto dal Pd in questa vicenda ed esprimendo la sua preferenza per una candidatura nelle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
































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