Il Popolo della Libertà sta pagando un prezzo altissimo per avere appoggiato il governo Monti. Sono rimasto scioccato nel vedere certi risultati. Ad esempio, qui nella Provincia di Mantova, si è votato in otto Comuni. In sette di questi hanno vinto delle liste civiche di centro sinistra e in uno vi sarà il ballottaggio tra un candidato civico e quello di centro sinistra, sostenuto dal Partito Democratico e dall’Unione di Centro. Inoltre, è a dir poco allucinante quello che è successo a Genova e a Palermo, in cui ci sono ballottaggi tra il candidato di centro sinistra e quello del Terzo Polo (a Genova) e quello dell’Italia dei Valori e quelo del centro sinistra (a Palermo). Le uniche notizie confortanti provengono dal Lazio, dalla Campania, dalla Calabria e dalla Sicilia, eccetto Palermo.
L’appoggio a Monti non paga, in termini elettorali. Il caso di Verona è un esempio. Gli elettori del Popolo della Libertà volevano Flavio Tosi come sindaco. Il PdL, invece di appoggiare Tosi, ha scelto Luigi Castelletti, mettendosi contro il suo elettorato. Così, ha creato tensioni al suo interno, allontanando alcuni dei suoi esponenti importanti, come Pieralfonso Fratta-Pasini.
Questa sconfitta potrebbe essere salutare per il partito che, finalmente, ha l’occasione di capire che la linea che ha intrapreso non è corretta. Il PdL era nato come partito anti-statalista e per la sussidiarietà ed oggi si trova a sostenere un governo statalista ed assistenzialista. Il PdL rifletta e cambi rotta.
Però, una riflessione deve essere fatta da tutta la politica. La crescita del Movimento 5 Stelle, della sinistra estrema e dei partiti neonazisti e populisti è il segnale che la situazione sta degenerando. Spero che non si passi dai professori della tecnocrazia agli stregoni del populismo.
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