‘Il confessionale non e’ una tintoria’ dove andare a ripulirsi dei propri peccati. La ‘confessione non e’ una tortura’. Vergognarsi dei propri peccati e’ la ‘virtu’ dell’umile’ che prepara ad accogliere il perdono di Dio. Il Papa lo ha spiegato nella omelia della messa di questa mattina a Santa Marta, di cui la Radiovaticana fornisce stralci. Alla messa di oggi erano presenti alcuni dipendenti dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e alcune religiose. Hanno concelebrato il cardinale Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa, e l’arcivescovo Francesco Gioia, presidente della Peregrinatio ad Petri Sedem. Papa Francesco, commentando la prima lettera di Giovanni ha sottolineato che ‘tutti noi abbiamo delle oscurita’ nella nostra vita’, momenti ‘dove tutto, anche nella propria coscienza, e’ buio’, ma questo non significa camminare nelle tenebre: ‘Andare nelle tenebre significa essere soddisfatto di se stesso; essere convinto di non aver necessita’ di salvezza’. Invece ‘il punto di partenza’ deve essere ‘guardare ai nostri peccati’, ‘se li confessiamo, Dio e’ fedele e giusto, tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità’.
‘Quando il Signore ci perdona fa giustizia’, prosegue il Papa, innanzitutto a se stesso, ‘perche’ Lui e’ venuto per salvare e perdonarci’, accogliendoci con la tenerezza di un padre verso i figli. Questo e’ cio’ che accade nel sacramento della Riconciliazione anche se ‘tante volte pensiamo che andare a confessarci e’ come andare in tintoria’ per pulire la sporcizia sui nostri vestiti. ‘Ma Gesu’ nel confessionale non e’ una tintoria: – sottolinea il Pontefice – e’ un incontro con Gesu’, ma con questo Gesu’ che ci aspetta, ma ci aspetta come siamo’.
Nella confessione, rimarca il Papa, e’ importante anche la capacita’ di ‘vergognarsi: io non so – dice papa Bergoglio – se in italiano si dice cosi’, ma nella nostra terra a quelli che non possono vergognarsi gli dicono ‘sin verguenza’: questo e’ ‘un senza vergogna’, perche’ non ha la capacita’ di vergognarsi e vergognarsi e’ una virtu’ dell’umile, di quell’uomo e di quella donna che e’ umile’. Oltre alla vergogna, serve la ‘fiducia’ in Dio ‘che ci difende di fronte alle nostre debolezze’: ‘non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio’. ‘Umiltà e mitezza – ribadisce il Pontefice – sono come la cornice di una vita cristiana. Un cristiano va sempre cosi’, nell’umilta’ e nella mitezza. E Gesu’ ci aspetta per perdonarci. Possiamo fargli una domanda: allora andare a confessarsi non e’ andare a una seduta di tortura? No! E’ andare a lodare Dio, perche’ io peccatore sono stato salvato da Lui. E Lui mi aspetta per bastonarmi? No, con tenerezza per perdonarmi. E se domani faccio lo stesso? Vai un’altra volta, e vai e vai e vai…. Lui sempre ci aspetta’.
































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