Il governo italiano ribadisce la sua posizione e il premier Enrico Letta definisce "inaccettabile" l’ipotesi di applicazione della pena di morte per i due Marò italiani trattenuti in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Dopo l’incontro con il comitato di coordinamento dei vari ministeri il premier italiano rinnova con forza la vicinanza dell’Italia ai due militari e afferma che "se l’India non dovesse rispettare le rassicurazioni" fatte al governo italiano "questo sarebbe inaccettabile". "Ci aspettiamo che il governo indiano sia conseguente con le assicurazioni che aveva dato", dice Letta, "e con le rassicurazioni della Corte suprema". "E cioè – aggiunge Letta – che non sarebbe stata utilizzata la fattispecie della pirateria nel caso in questione e che la decisione sarebbe stata rapida. Per la decisione rapida, per il momento, non se ne parla, ma sarebbe inaccettabile se quelle rassicurazioni non fossero rispettate". In caso contrario, ad ogni modo, "il governo italiano si riserva di assumere, in ogni sede, tutte le iniziative necessarie". Alla riunione a Palazzo Chigi erano presenti i ministri degli Esteri, Emma Bonino, della Difesa, Mario Mauro, della Giustizia, Annamaria Cancellieri, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Al termine dell’incontro Letta ha inoltre ribadito in una nota che "il governo italiano è impegnato con la massima determinazione su questa vicenda e resterà a fianco dei Marò e delle loro famiglie fino a che avremo raggiunto l’obiettivo di riportarli in Italia".
Nelle ultime ore, nonostante le rassicurazioni fornite dal ministro degli Esteri indiano, Salman Kurshid, che ha escluso che i due fucilieri rischino una condanna a morte, è rispuntata l’ipotesi di procedere contro i due marò in base al "Sua Act", la speciale legge indiana sulla sicurezza marittima che contempla la pena capitale. Il governo indiano, ha ribadito infatti il ministro dell’Interno, Sushil Kumar Shinde, all’indomani del vertice di governo a tre (insieme ai colleghi titolari di Esteri e Giustizia) non ha ancora deciso se consentire alla Nia, la polizia anti-terrorismo, di procedere contro i due fucilieri di Marina in base al "Sua Act" ma lo farà "in due o tre giorni".
Parole di tranquillità arrivano dal fratello di Salvatore Girone, Alessandro, che questa mattina lo ha sentito telefonicamente: "Siamo tranquilli – ha detto Alessandro Girone – queste voci sulla pena di morte girano da tempo ma, come ha più volte ribadito anche De Mistura, sappiamo benissimo che è una legge inapplicabile ai nostri ragazzi e senz’altro verrà smentita nei prossimi giorni".
Intanto dall’Italia si appresta a partire una delegazione di "cittadini" pentastellati per "verificare di persona quello che sta accadendo". "Dal sottosegretario de Mistura – sostengono dal M5S – sono arrivate soltanto chiacchiere, ci ha presentato un documento nel quale sembrava che il governo indiano si impegnasse a non applicare la pena di morte ed ora risulta che non è vero".
































Discussione su questo articolo