Un marchio che può creare turismo e un menu tipico ‘dieta mediterranea’ garantito. Queste le proposte della Fipe- Federazione italiana pubblici esercizi, oggi in audizione informale sui ddl nn. 313 e 926 (dieta mediterranea) presso la commissione Agricoltura del Senato.
"Servono regole precise e ben venga il marchio unico che il ddl propone perche’ puo’ fare turismo – spiega il vicepresidente Fipe, Giancarlo Deidda – ma e’ necessaria una struttura leggera che ponga al centro del sistema per l’attribuzione del marchio due elementi: caratteristiche di base dell’offerta e percorso di formazione".
I ristoratori, infatti, "non sono propensi ad implementare percorsi di certificazione soprattutto quando non scorgono vantaggi significativi in termini di competitività. Per questo serve un modello ‘leggero’", ribadisce Deidda.
Proporremo, quindi, "un disciplinare che permetta al consumatore di riconoscere i ristoranti che fanno cucina ‘mediterranea", sottolinea il vicepresidente dell’associazione leader nel settore.
Il modello nutrizionale su cui si fondano le cucine regionali "ha in alcuni prodotti i propri punti di forza, un modello nutrizionale e di vita che viene riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità: la dieta mediterranea". E’ necessario "diffondere questo stile di vita rispettoso della salute dell’ambiente e soprattutto esportarlo. Ma servono regole certe". Infine, conclude Deidda, "siamo contenti che il ddl porti tutto questo nell’ordinamento giuridico italiano".
































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