“A 16-17 anni partecipai a un concorso che metteva in palio la partecipazione a Sanremo Giovani: lo vinsi, ma non mi chiamarono. Il mio babbo era isterico e voleva denunciare l’ingiustizia al Maurizio Costanzo Show, ma in realtà andò bene così: non avevo la canzone, non avevo ancora ‘La solitudine’. E, ragazzi, la canzone è tutto”.
Primo colpo di fortuna.
Il secondo nel 1993, proprio in occasione della vittoria di Sanremo: “Nel pubblico c’era il direttore di una radio olandese. Si innamorò artisticamente di me e mandò il mio brano così tante volte in onda che le altre emittenti iniziarono a copiarlo e restai prima nelle radio in Olanda per un anno e due mesi”.
Così Laura Pausini, dalle pagine del Corriere della Sera, in occasione dell’intervista-evento di chiusura del “Tempo delle donne”, a Milano.
“L’italiana più famosa al mondo” come scrive il quotidiano, racconta un celebre aneddoto: “Nel 2001 il mio manager mi passò al telefono un certo Michael, potevo io immaginarmi che fosse lui, Michael Jackson?”.
Il cantante le chiedeva di rappresentare l’Italia in un progetto con altre star mondiali del calibro di Mariah Carey e Céline Dion legato all’11 settembre: “Potresti cantare una strofa e un ritornello con me? Babbo era già pronto con il blocchetto degli autografi, ma il progetto non uscì perché Jackson litigò con Sony” ricorda Pausini.































