Non l’ho neanche chiamato, il mio amico Ferruccio: è stato un mio allievo a metà degli anni settanta, poi mi sono sentito allievo (critico) suo perché lui è un “mostro”, estremismo in questo caso di maestro, dirigente e in doppiopetto fin da neonato (mi hanno detto che insegnava alla mamma come dargli il latte da succhiare e indossava la cravatta anche quando era in fasce).
Conosco bene la sua riservatezza, perciò non gli ho telefonato. Comunque, non mi avrebbe risposto. Riferisco perciò – senza verifica – le voci insistenti che corrono: per sostituire Mario Calabresi, gli editori di Repubblica avrebbero sondato Ferruccio de Bortoli. Vedremo.
Ribadisco, in attesa, le mie opinioni. Se si vuole per Repubblica una svolta tranquilla, l’usato sicuro: il ritorno dell’ex, Ezio Mauro. Se si vuole un cambiamento nella tradizione, Ferruccio de Bortoli è il direttore ideale: è stato al vertice del Corriere due volte, ha guidato il Sole 24 Ore, è un mediatore col polso fermo, ha esperienza di economia.
Se si vuole un direttore rivoluzionario: Marco Travaglio (mai, però, gli editori avrebbero questo coraggio). Se si vuole un direttore riformista, Giorgio Dell’Arti è il confezionatore più attento, il creativo più illuminato, con idee sempre all’avanguardia: come ha dimostrato ancora una volta con la sua ultima prodezza, l’agenzia Anteprima. Vedremo, vedremo.