Non ha la sicumera del fighetto Renzi, non ha l’indeterminatezza del buon Bersani, non ha lo snobismo di Monti, non ha l’immodestia di Berlusconi: fosse solo per i difetti che non ha, Enrico Letta sarebbe da considerare il più consono alla guida del governo, con buona pace dei sondaggisti di parte.
Ogni giorno di più ci sorprende la sua capacità di mediare tra le opposte fazioni e di saper gestire abilmente le mille trappole dei giornalisti, mai sazi di riempire le pagine di antiberlusconismo, di ingigantire dissensi veri o presunti, di interpretare a loro modo le parole che i politici sprecano in tv e sui giornali.
Viene da dire che Parigi val bene una messa, e che il governo dell’Italia a pezzi val bene il ritorno di un democristiano.
Ospite del programma "Che tempo che fa", Enrico Letta e’ riuscito a toccare il delicatissimo tema dell’Imu che il fiorettista Fazio tentava di far passare come perfida trovata berlusconiana, rispondendo alle sue provocazioni con un’abile mossa da scacchista: il superamento dell’Imu non e’ diabolica creatura berlusconiana, ha detto, ma si trova anche nei programmi del Partito Democratico, che quindi se ne farebbe portatore "sano".
Parole sante: il pericolo che l’infetto Cavaliere se ne intesti il successo e’ superato, e tutti quelli che da giorni ripetono lo stesso ritornello della impossibile realizzazione, da oggi troveranno di sicuro la copertura necessaria. Questo deve saper fare chi ha le redini di quel cavallo impazzito che e’ il nostro Paese: aggirare gli ostacoli, misurare le distanze, prevedere gli scarti del quadrupede e mantenersi sicuro in sella. Adelante, con juicio.
































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