Nuova legge di stabilita’ e nuovo allarme per possibili tagli al Fondo sanitario nazionale, quei circa 107 miliardi di euro che garantiscono l’universalita’ della sanita’ pubblica, che gia’ ha perso circa 30 miliardi tra 2010 e 2014. ”Mi battero’ come una leonessa” assicura il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, proprio per evitare una nuova sforbiciata ai conti della sanita’ che metterebbe a rischio ”l’erogazione delle cure”: ”Ieri in Consiglio dei ministri ho posto la questione ma Saccomanni non mi ha detto che siano previsti tagli” al Ssn, insiste Lorenzin, anche se l’ipotesi comincia a circolare con insistenza in queste ore, ed era gia’ stata ventilata dal viceministro Fassina nei giorni scorsi. E gia’ sarebbe in corso, da giorni, l’ennesimo braccio di ferro tra Salute ed Economia: al momento nessuna decisione sarebbe ancora stata presa, ma sul tavolo ci sarebbe l’ipotesi di un taglio di circa 1 miliardo-1 miliardo e mezzo l’anno, a partire dal 2014, non ‘lineare’ ma da ottenere con misure ‘chirurgiche’, come la chiusura dei laboratori di analisi in sovrannumero. Ma si potrebbero anche rispolverare, magari rendendole piu’ stringenti, misure gia’ varate dai precedenti governi, come i risparmi sugli acquisti di beni e servizi attraverso i prezzi di riferimento, sospesi al momento dal Tar e in attesa di essere rivisti. Cosi’ come si potrebbe accelerare l’attuazione di misure rimaste proprio sulla carta, come il taglio dei posti letto ospedalieri.
Con la spending review del governo Monti, si era previsto di portare a 3,7 per mille abitanti i posti letto (misura cifrata allora prudenzialmente in soli 50 milioni di euro di risparmi): finora non se ne e’ fatto nulla perche’ le Regioni hanno fatto muro contro il regolamento sui nuovi standard ospedalieri stilato dall’ex ministro Balduzzi. Della questione, cosi’ come della chiusura dei piccoli ospedali, avevano iniziato ad occuparsi i tavoli tecnici avviati per preparare il nuovo Patto per la Salute, orma scaduto da quasi un anno. Ma la posizione dei governatori, ieri come oggi, non cambia: prima certezze sulle risorse, poi la firma del Patto. Giusto ieri il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, aveva ricordato la situazione gia’ ”drammatica della sanita’ visto che nel 2013 c’e’ stato, ”prima volta nella storia, un decremento di 1 miliardo” rispetto al 2012. E che il sistema sia sull’orlo del baratro lo hanno gia’ denunciato anche i sindacati lanciando un ‘sos’ al governo perche’ la sanita’ non diventi ancora una volta ”l’agnello sacrificale” sull’altare della tenuta dei conti pubblici.
Tocchera’ anche a Carlo Cottarelli, il direttore del Dipartimento finanza pubblica del Fondo monetario internazionale, scelto da Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni per guidare la nuova spending review nel comparto pubblico, stabilire in parte il percorso. Due anni fa, come ricorda oggi Quotidiano Sanita’, indicava per il settore cinque linee di intervento: piu’ concorrenza e piu’ liberta’ di scelta del paziente tra assistenza pubblica e assicurazioni private; appalti e gestione, il cui maggiore controllo porterebbe ad un altro 0,37% di Pil di risparmi; un tetto di spesa alle singole voci che, se ben strutturato, porterebbe a un altro 0,26% di Pil risparmiato; una piu’ attenta selezione (gatekeeping) della domanda, con risparmi nell’ordine dello 0,08% e infine l’ottimizzazione del lavoro e dell’utilizzazione delle tecnologie dalle quali si puo’ attendere un ulteriore 0,05% di Pil di risparmi.
































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