Roberto Maroni, in una lunga intervista al quotidiano ‘Libero’, parla di un “Parlamento annichilito” da un governo che “ha il 90% di maggioranza” ma “mette la fiducia”, commissariando di fatto “le istituzioni, il Parlamento, i partiti, tutto”. Ecco perché “la Lega alza la voce” ed è “l’unico partito a farlo”. Noi leghisti, sottolinea l’ex ministro dell’Interno, “noi siamo difensori della democrazia”.
Al PdL l’esponente leghista di primo piano imputa “non tanto l’approvazione di provvedimenti sbagliati, quanto il non rendersi conto che in questa situazione c’e’ un rischio vero di eliminazione degli spazi della democrazia parlamentare”. Il governo del Professore “sta esagerando, la macelleria sociale sembra non finire mai” e in politica estera “commette un errore al giorno”. Quindi, almeno fino a quando non cambieranno le cose, “non possiamo che starcene soli. Per ciò che riguarda il Popolo delle Libertà, confido comunque nel cavallo di razza che si sta rivelando Angelino Alfano e nel potere che progressivamente Silvio Berlusconi gli sta lasciando”.
E la Lega? “Bossi forever, ma Umberto, sia chiaro”. E ancora: “Tosi sindaco, e con la sua lista, e’ un punto di forza per la Lega e l’accordo si troverà”.
Parlando della Regione Lombardia e del caso Boni, per Maroni “la magistratura ha preso un abbaglio clamoroso”.
Il leghista rivendica la solitudine della Lega, ma senza esaltarla, precisando che "Silvio Berlusconi mi ha lasciato la più ampia libertà di lavoro e di scelte come ministro, non rinnego un solo giorno di quell`alleanza".
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