“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano” (Paulo Coelho)
“Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri” (Cesare Pavese)
“Non sono d’accordo con quello che hai da dire, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo” (Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet)
“Non si può esprimere ciò che si è proprio perché lo si è; non si può comunicare se non ciò che non siamo, la menzogna” (Frank Kafka)
“Prima di lasciarvi vorrei proprio lasciarvi un messaggio positivo. Ma non ce l’ho. Fa lo stesso se vi comunico due messaggi negativi?” (Woody Allen)
LA PANDEMIA E LA (PESSIMA) COMUNICAZIONE
Il problema più grave nella lotta alla pandemia è la mancanza di una corretta comunicazione. Scommettiamo che la pessima comunicazione è stata, e purtroppo continua ad essere, un grosso problema per la lotta contro la pandemia da parte del nostro governo? Me lo chiede la signora Aurelia Pieraccini, lettrice di Roma che si firma “una cittadina qualunque, bisnonna nonna e madre”.
Rispondo: ho scritto “un grosso problema”, ma dentro di me ritengo “il problema più grande e grave”, e penso – senza falsa modestia – di poter essere considerato un esperto di comunicazione perché nella comunicazione lavoro da sessant’anni, e anche di più. E mi spiego.
La pandemia del Coronavirus in breve si è rivelato un problema universale, affrontato dovunque con una iniziale sottovalutazione non disgiunta da una pericolosa superficialità, successivamente con incoerenza e varie contraddizioni. Siamo di fronte a un male misterioso per tutti i paesi, difficile da contrastare. Ebbene, in Italia (altrove in misura minore) c’è stata un’aggravante purtroppo abituale per il nostro Paese: una stolida comunicazione, sia per la tentazione (imperdonabile) di nascondere la realtà, sia per la diffusa incapacità dei responsabili.
Se non si riesce a spiegare con chiarezza il ritardo di un treno, come possiamo stupirci per i ridicoli annunci sui banchi a rotelle, le aperture e chiusure delle scuole, dei bar e dei ristoranti?
Ora è arrivato il momento cruciale dei vaccini. Siamo in ritardo e puntualmente l’aggravante è che non si capisce nulla, la comunicazione non chiarisce i dati fondamentali. Chi deve essere vaccinato? Quando? Dove la vaccinazione potrà essere fatta con correttezza? Saranno punite le trasgressioni? Mah! Non sappiamo neanche in cosa consista il vaccino e come, tra tanti, ogni vaccino si distingua dall’altro e quali siano i diversi problemi e i pericoli.