Gli attuali buonisti e alcuni vescovi sventolano il loro relativismo e si riempiono di frasi fatte, credendo che, ripetute all’infinito, possano esorcizzare la realtà e garantire a tutti la pace. Che la supina accettazione di un unilaterale e deleterio multiculturalismo, concesso a casa nostra a chi si rifiuta di integrarsi, sia stata inoculata nelle menti acritiche di tanti, ci sembra ormai molto evidente. Vengano dalla Boldrini (per nostra disgrazia presidente della Camera) o da altri politici di sinistra, o dai media che vanno per la maggiore (Rai, Corriere, Repubblica, etc.), non fa più meraviglia ascoltare e leggere affermazioni tipo “l’Islam è tollerante”, “i fanatici sono una estrema minoranza”, “gli immigrati sono una risorsa”, e via sproloquiando.
Risulta sorprendente che si voglia applicare il relativismo a una cultura che, intollerante ed assolutista, ne è esattamente l’opposto. Ed ancor più preoccupante è che certi concetti prefabbricati facciano parte del bagaglio di idee di troppi rappresentanti del cattolicesimo. Ne possiamo indicare due, intervistati in questi giorni in Rai. Il primo è il vescovo di Mazara del Vallo, che ha voluto farci presente che l’Islam ha molti meriti perchè ha contribuito alla scienza e all’astronomia.
Orbene, vale la pena di ricordare, senza timore di smentite, che l’astronomia antica, fino all’avvento di Copernico e poi di Galileo, si basò sui testi del II secolo d.C. di Claudio Tolomeo, nato e morto in Egitto, ma di lingua e di cultura greca. Il contributo degli astronomi arabi non andò oltre il XV secolo e, in sintesi, fu solo quello di dare il nome a molte stelle. Quanto ai padri della scienza moderna, l’esimio vescovo di Mazara del Vallo potrebbe e dovrebbe indicare, dopo gli ellenici Pitagora, Aristotele, Archimede e Euclide, i nomi di Galileo, Newton, Maxwell, Pasteur, Darwin, Einstein, Planck, Bohr, Heisenberg, Schrodinger, Fleming, Fermi, e quelli di centinaia e centinaia di altri. Forse dispiacerà al vescovo, ma sono tutti appartenenti alla cultura occidentale giudaico-cristiana, cosí come sono frutto della nostra cultura l’intera scienza e la tecnologia moderne.
Perfino il “politicamente corretto” comitato che assegna i premi Nobel, tra il miliardo e più di musulmani (a parte due premi per la pace e quello incredibilmente assegnato a Obama) non ha trovato a chi poter attribuire l’ambíto riconoscimento; mentre, su soli quattordici milioni, sono molte decine i premiati appartenenti alla religione ebraica. Questo tanto per riflettere sulla presunta uguaglianza ed equivalenza delle culture.
Un altro vescovo, intervistato dal TG2 Dossier senza porgli nessuna domanda scomoda, ha voluto esternare le sue opinioni buoniste, affermando quanto siano moderati gli insegnamenti dell’Islam. Purtroppo, a guastare l’idillio, lo stesso giorno in cui il vescovo ci ammanniva la sua predica, un povero cittadino dell’Arabia Saudita, nazione custode dell’ortodossia e sede delle città sante dell’Islam, La Mecca e Medina, è stato condannato a dieci anni di carcere e a mille frustate, misericordiosamente prolungate nel tempo a dosi di cinquanta, e solo per aver espresso opinioni in contrasto con i precetti che laggiù vengono imposti. Peccato inoltre che, pochi giorni prima, fosse stata incarcerata e condannata in Iran una donna colpevole di aver assistito ad una partita maschile di pallavolo – crimine esecrando che travalica ogni moderazione.
Qualcuno dovrebbe pure ricordare a codesti vescovi che in Arabia le donne non possono guidare, che in Iran se sono sorprese fuori di casa senza un accompagnatore familiare maschio vengono incarcerate. Che le donne adultere o colpevoli di relazioni senza essere sposate, possono essere condannate a morte per impiccagione o per lapidazione. E via orrorizzando.
Quei due vescovi sanno benissimo che nei paesi islamici, ad eccezione di sempre più ridotte e ghettizzate enclave, le religioni cristiana ed ebraica sono benevolmente criminalizzate. E sanno benissimo che, a chi lascia la religione islamica, pende sul capo una moderata condanna a morte. Sanno altrettanto bene che in diversi paesi dell’Africa e del Medioriente ci sono chiese che vengono bruciate insieme ai fedeli, e che interi villaggi e popolazioni vengono sterminati in nome dell’Islam.
Certo, viene da pensare che questa “estrema minoranza” di musulmani tagliatori di teste abbia un potere veramente strabiliante, se da decenni riesce a tenere in scacco le maggiori potenze del mondo.
Come è possibile che, tra i vescovi, i politici e i nostri concittadini, ci siano tanti che non vogliono vedere? Costoro, per accondiscendente buonismo e per mettere l’animo in pace, fanno come Chamberlain al ritorno dall’incontro di Monaco del 1938. Il premier britannico, scendendo dall’aereo, sventolava il foglio di carta dell’illusorio accordo con Hitler. Quel foglio non evitò la seconda guerra mondiale. Allo stesso modo, certi vescovi e gli attuali buonisti sventolano il loro relativismo, e si riempiono di frasi fatte, credendo che, ripetute all’infinito, possano esorcizzare la realtà e garantire a tutti la pace.
































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