Marco Tommasini, presidente del Comitato Difesa Famiglie nella vicenda Giacchetta in Svizzera (un funzionario Inca/Cgil che ha truffato decine di pensionati italiani, portando via loro i risparmi di una vita), entra nel dibattito che riguarda l’utilità del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, e lo fa rivolgendosi su Facebook a Gian Luigi Ferretti, giornalista e membro del CGIE, che in un suo recente editoriale è tornato sull’argomento Cgie sì/Cgie no.
“Caro Gian Luigi – scrive Tommasini -, il CGIE come organismo ha l’occasione unica di farci vedere che le Tue non sono solo parole perché può esprimersi nell’affare INCA/CGIL di Zurigo. In ottobre verranno presentate al CdP le due richieste del CDF ossia: 1. Presa di posizione decisa e forte da parte del CGIE contro l’ INCA/ CGIL perché questi non risarcisce i propri assistiti defraudati come ha sentenziato il tribunale elvetico. 2. Presa di posizione decisa e forte da parte del CGIE contro l’ INCA/ CGIL perché questi non applica la legge 152/2001 che regola i patronati. In speciale modo l’ Art. 9 per le attività di assistenza in sede giudiziaria previste per errori imputabili al patronato. Il CdP, da come mi è stato insegnato, deciderà se le richieste del CDF sono degne di essere presentate alla prossima assemblea plenaria del CGIE. Credo fermamente nella struttura del CGIE, secondo il motto che “la speranza è ultima a morire”, ma se il CGIE dovesse esprimersi contro gli emigranti defraudati – avverte Tommasini – allora dimostrerebbe che c’è veramente qualcosa che non funziona in questo nostro supremo organo dell’emigrazione”.
“A proposito, pare che l’INCA abbia deciso di chiudere le sedi del patronato in Svizzera. Sarebbe il fallimento di tutte le organizzazione dell’emigrazione. Anche del CGIE. Fateci vedere che il CGIE vale qualcosa. Almeno – conclude il presidente CDF – che non Vi manca la buona intenzione!”.
































Discussione su questo articolo