Marco Fedi, deputato eletto all’estero nella circoscrizione Africa-Asia-Oceanea-Antardide nelle fila del PD, con un suo articolo sulla Fiamma, giornale Italiano in Australia, annuncia la sua possibile uscita sia dal gruppo parlamentare del PD. E per fortuna che il PD non era spaccato!
Qui di seguito il commento di Fedi, apparso il 25 aprile sulla Fiamma, guarda caso nel giorno della Liberazione.
Tutti i partiti del Presidente
Nella seduta congiunta di Camera e Senato di sabato 20 aprile 2013 l’assemblea dei grandi elettori ha eletto per un secondo mandato Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica Italiana. Napolitano e’ stato eletto al sesto scrutinio con 738 voti. Ne erano necessari 504. Nelle giornate di giovedì e venerdì il Partito Democratico, la formazione parlamentare più consistente, dopo una lunga discussione con gli altri gruppi parlamentari, aveva proposto Franco Marini che, al primo scrutinio, non ha raggiunto i prescritti due terzi dei voti dell’assemblea. Successivamente, al quarto scrutinio, quando era necessaria semplicemente la maggioranza assoluta dei componenti l’assemblea, cioè 504 voti, neanche Romano Prodi viene eletto. Ricostruisco ora i fatti legati alla vicenda PD-elezioni del Presidente dal mio punto di vista.
Mercoledì sera, prima che si aprissero le elezioni per il Presidente della Repubblica, l’assemblea dei grandi elettori del PD brucia il segretario Bersani e la sua proposta, condivisa dal PDL, di eleggere Marini. Il SEL dichiara che non voterà Marini e voterà Rodota’. A quel punto era evidente a tutti che la candidatura di Marini non avrebbe raggiunto i due terzi dei voti dell’assemblea.
La candidatura di Rodota’ dovrebbe, a questo punto, essere sostenuta anche dal PD. Ma Renzi vuole le larghe intese, forse anche un accordo con Monti. Ha incontrato Berlusconi e D’Alema. Io decido di votare Rodota’ per le sue capacita’ e per la sua storia e perché sono convinto sarà un ottimo Presidente.
Gli eventi di giovedì dimostrano che Renzi ha deciso di fare i conti in casa PD nel bel mezzo dell’elezioni de Capo dello Stato, e forse Bersani, avendolo capito, ha fatto poco o nulla per fermarlo.
La mattina di venerdì la stessa assemblea dei grandi elettori, i 495 per intenderci, all’unanimità decide di sostenere Prodi, e per Bersani, una vittoria. Il sottoscritto e Francesco Giacobbe votano Prodi. Successivamente lo ricordiamo in un comunicato stampa, per evitare che qualcuno pensi che siamo traditori. I renziani, a cui si aggiungono i dalemiani, portano lo scontro sulla segreteria non solo nel bel mezzo dell’elezione del Presidente, ma anche nella storia del PD, ed affossano il suo fondatore politico e morale Romano Prodi. Bersani si dimette, dimissioni che saranno esecutive immediatamente dopo la elezione del Presidente della Repubblica. Poi si dimette tutta la segreteria del PD.
Il capogruppo Zanda e Speranza con Bersani, incontrano i capigruppo digli altri gruppi parlamentari per trovare una soluzione. Poi Bersani incontra Napolitano. Si decide di votare nuovamente Napolitano. Che viene eletto anche con il mio voto. Nel frattempo il PD e’ a pezzi e dovrà affrontare un difficile congresso nel bel mezzo della formazione di un governo tecnico del Presidente o politico di grande intese. Comunque con il PDL.
Marco Fedi, vostro amico prima che deputato, deciderà cosa fare e come votare sulla richiesta di fiducia di questo governo… la conseguenza naturale di un voto in dissenso sulla fiducia e’ uscire dal Gruppo del PD e dal PD. Vi terrò aggiornati. Grazie a tutti voi per l’attenzione.
Marco Fedi
































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