Dopo la questione dell’Imu che riguarda gli italiani nel mondo (la discriminazione nei confronti dei connazionali continua); dopo la decisione unilaterale della Farnesina di chiudere 13 consolati italiani – dalle Americhe all’Australia, passando per l’Europa; dopo la proposta di riforma costituzionale che vorrebbe abolire una volta per tutte la Circoscrizione Estero, le brutte notizie per i connazionali residenti oltre confine sembrano non essere ancora finite.
Si è riunito in questi giorni alla Farnesina il Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). Alla seconda giornata dei lavori è intervenuta la Direttrice generale Risorse e Innovazione del Ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, responsabile appunto, fra le altre cose, della “razionalizzazione” delle rete consolare. Ebbene, Belloni ha informato il Cdp che presto, oltre alle chiusure già annunciate, ci saranno ulteriori 23 tagli di Consolati, Ambasciate ed Istituti di Cultura. Una carneficina.
La scelta della Farnesina è dovuta anche, ha sottolineato la dirigente, alla scarsità dei fondi a disposizione del Ministero degli Esteri ed a precisi obblighi di legge. Insomma, le chiusure sono imposte dal clima di “spending review” che si vive nel nostro Paese, ancora non uscito dalla crisi. Bisogna contenere la spesa pubblica, e dunque si taglia. Anche dove non si dovrebbe.
Le nostre istituzioni diplomatiche, piaccia o no, rappresentano per i connazionali dei punti di riferimento sul territorio. E’ vero che spesso consoli e ambasciatori guadagnano cifre astronomiche, ma si potrebbe tagliare sui loro stipendi, sui loro rimborsi, mantenendo comunque l’accesso ai servizi consolari per gli italiani residenti all’estero. Invece no, si spazza via tutto. E si taglia persino sugli Istituti di Cultura, che al contrario andrebbero incentivati a lavorare di più – semmai riformati nelle loro funzioni – per promuovere la lingua e la cultura italiana universalmente. Ovvio che il segretario generale del CGIE, Elio Carozza, si dica deluso da questo governo di larghe intese: l’attuale esecutivo, guidato da Enrico Letta – esponente di punta del Pd, fra l’altro lo stesso partito a cui appartiene Carozza -, si sta rivelando, per ciò che riguarda i temi più vicini agli italiani nel mondo ma non solo, il peggiore degli ultimi dieci anni.
































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