Sicilia Mondo "si rivolge alla sensibilità del presidente della commissione Affari esteri della Camera e al presidente della commissione Affari esteri del Senato per un adeguato approfondimento sulla riduzione dei consolati". E’ quanto si legge in una lettera aperta firmata dal presidente di Sicilia Mondo Domenico Azzia e indirizzata ai presidenti delle commissioni Esteri delle due Camere sulla questione della chiusura di 13 sedi diplomatico-consolari italiane all’estero annunciate dalla Farnesina.
Una riduzione "così pesantemente vissuta all’estero, nella convinzione che anche l’associazionismo di emigrazione, espressione viva delle comunità italiane, debba intervenire presso il legislatore – sottolinea Azzia – quando un disagio non solo è reale ma investe una intera collettività". "Non diciamo niente di straordinario – si legge nella lettera di Sicilia Mondo – quando affermiamo che il consolato rappresenta istituzionalmente lo Stato italiano fuori dai confini nazionali ed è il punto di riferimento della garanzia e della tutela dei diritti del cittadino italiano nella società di insediamento all’estero. Nella quotidianità, è sicuramente qualcosa di più. Non solo per i cittadini ma anche per le imprese italiane, per i ricercatori, i giovani che cercano lavoro fuori dall’Italia, i rifugiati e per le informazioni che dà a chi le richiede. La rete consolare – sottolinea il presidente di Sicilia Mondo – rappresenta il vero punto di forza dell’Italia nello scenario internazionale. La sua soppressione o riduzione è un grosso errore politico, in un momento in cui il Paese cerca affannosamente nuove strade per una politica di sviluppo che non può fare a meno di una adeguata rete di presenza in tutte le parti del mondo. Senza dire che è essenziale al Paese Italia, universalmente riconosciuto, come punto di eccellenza della cultura, a fronte della dilagante globalizzazione che omologa e appiattisce valori, civiltà e tradizioni. Il progetto di riduzione, preparato dalla Farnesina, in realtà rappresenta per il cittadino all’estero, una perdita doppia – spiega Azzia – in quanto, alla soppressione dei consolati si aggiunge, per quello che ci è dato di sapere, la mancanza di una progettualità innovativa adeguata al nuovo che avanza, rispetto alla espansione delle nuove aree geografiche del mondo come Cina e India".
































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