Roma – Ex Fli cercano casa. Anzi, gruppo, visto l’attuale panorama politico che ha consegnato a Mario Caruso e Aldo Di Biagio, unici due superstiti della creatura politica di Fini (oltre a Benedetto Della Vedova) un Parlamento senza colleghi di partito. L’onorevole Caruso e il senatore Di Biagio, infatti, sono stati eletti nella circoscrizione estero, ripartizione Europa, presentandosi con il simbolo di ‘Scelta civica con Monti’, la coalizione che aggregando Udc e Fli ha permesso la sopravvivenza di questi ultimi soprattutto in Europa, dove il nome del premier tecnico ha riscosso talmente successo da arrivare secondo, superato solamente dai democratici Pd.
La coalizione, però, non è riuscita a fare altrettanto all’interno dei confini nazionali. Futuro e libertà, il “partitino” di Gianfranco Fini, è morto; di conseguenza, i due finiani non hanno ancora identificato il gruppo parlamentare al quale iscriversi. La questione, seppur tecnica, svela uno dei tanti retroscena di questo nuovo mandato parlamentare in cui l’ondata a 5 stelle ha travolto i partiti tradizionali e fatto naufragare i più fragili, lasciando alcuni eletti privi dei riferimenti di sempre.
Non solo Fli. Anche il Pdl si è ritrovato ‘solo’ per quanto riguarda l’estero dove è stato eletto un unico rappresentante alla Camera e nessuno al Senato. Il superstite Guglielmo Picchi, pur potendo contare sulla sopravvivenza del suo partito in entrambi i rami del Parlamento, non ha colleghi eletti nella stessa circoscrizione e sarà costretto a cerca un dialogo con forze politiche diametralmente opposte, perfino con quegli ex-pidiellini passati a Fli con i quali, come è noto, non corre buon sangue.
Accusati apertamente dai berlusconiani di essere “dei traditori come Fini”, Caruso e Di Biagio riusciranno a collaborare con i vecchi colleghi di partito? Le due anime di An e Forza Italia, che all’estero si traducevano in Ctim e Azzurri nel mondo, non si sono mai realmente fuse e lo strappo consumato da Fini era in realtà un divorzio annunciato. Ora, però, i nemici-amici saranno costretti nuovamente a lavorare insieme per realizzare le riforme necessarie al Paese e alla rappresentanza estera.
Per l’Italia l’esito delle ultime elezioni è stato disastroso a causa della mancata maggioranza e dell’impossibilità di formare un governo realmente incisivo. Per questo riguarda l’estero, invece, la situazione è ben diversa poiché le urne ci hanno restituito un gruppo di eletti apparentemente più gestibile, caratterizzato da visi nuovi, giovani e propositivi e libero da personaggi dal passato poco limpido. Tutto questo fa sperare che i nuovi eletti riescano finalmente a unire le forze superando le divisioni del passato per ottenere risultati concreti e dare una lezioni ai colleghi nominati senza preferenze in Italia. Gli stessi che, ad oggi, non riescono ad eleggere nemmeno i presidenti delle Camere.
































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