Il Viceministro dell’economia Enrico Zanetti, rispondendo in Commissione Finanze della Camera all’interrogazione del deputato SEL Giovanni Puglia, ha dichiarato che la Rai non interverrà sui canoni arretrati. Zanetti ha sostenuto che “la dichiarazione del possesso della TV per il canone in bolletta non farà scattare controlli sugli anni precedenti”. Se ne deduce che gli italiani all’estero che non abbiano negli anni precedenti all’anno in corso effettuato il versamento del canone RAI sono quindi sollevati da questa incombenza. Essi potranno tirare un sospiro di sollievo per non dover essere costretti a pagare, con retroattività, ma solo dal 2016, un onere che è previsto dalla legge.
Ciò, a mio avviso, non elimina l’ingiustizia. Noi italiani all’estero possessori di un televisore in Italia possiamo solo sperare che una normativa ad hoc ci trasformi da presunti evasori in onesti e rispettabili contribuenti, eliminando questa ingiustizia che ci sottopone tutti al pagamento dell’intero canone. Molti di noi non erano neanche consapevoli di essere degli evasori, ignari di essere soggetti a questo onere; né avevano ricevuto avviso di pagamento.
Altri invece hanno avvertito istintivamente l’esigenza di sottrarsi a questa ingiustizia, contrapponendo alla legge un loro senso di giustizia, sfidandola, non versando il canone, per il fatto di poter usufruire del servizio per solo 15 o 20 giorni all’anno e delle volte anche con intervalli di anni, mentre essa impone il versamento del canone intero.
Attenti però. Ciò non sarà più possibile. La nuova normativa impone “l’esproprio“ attraverso la bolletta elettrica. Lo Stato ha pensato “come fotterti” legittimamente. Lo dice la legge e la procedura ti incastra. Devi solo pagare o ti “castri”, denunciando di eliminare il televisore. Altri invece si saranno chiesti perché avrebbero dovuto pagare data la cattiva o la mancata ricezione dei programmi.
Pongo tuttavia degli interrogativi. Come mai non e’ stato utilizzato, come in questa circostanza, il ricorso a queste istanze ministeriali da parte dei nostri eletti per chiarire anche la questione degli italiani all’estero, andando oltre il concetto del possesso del televisore e tenendo presente la peculiarità del soggetto titolare del televisore?
Penso che anche gli italiani all’estero siano titolari del diritto di mettere in discussione, sulla base della loro specifica situazione, l’incongruenza dell’imposizione di leggi che li penalizzano, che non basandosi su principi obiettivi, secondo anche un senso comune, non possono essere considerate giuste. Ma pare che questo diritto per noi italiani non esista o non venga esercitato almeno nei momenti cruciali. Né esiste una proposta di legge parallela. Ma non esistono i lavori delle commissioni? Ne fanno parte anche i nostri eletti?
Leggo, e finisco, che, solo adesso, al riguardo del canone RAI, un nostro parlamentare all’estero, consapevole sia da cittadino che da parlamentare che il canone RAI doveva essere pagato da tutti, intende proporre una proposta di legge per porre fine ai nostri “piagnistei”. Ne apprezzo la sensibilità, tempestività e coerenza. Ma come è possibile assistere impassibili all’approvazione di leggi o normative e poi subito dopo proporne altre per modificare le stesse approvate con il proprio consenso?
































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