Augusto Sorriso, membro del Comitato di presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, ha partecipato la scorsa settimana, alla Farnesina, ai lavori del Cdp, che fra le altre cose ha incontrato la Direttrice generale Risorse e Innovazione del Ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, responsabile, fra le altre cose, della “razionalizzazione” delle rete consolare. Com’è andato l’incontro? Italiachiamaitlia.it l’ha chiesto proprio a Sorriso: “Da parte della Farnesina solo scelte unilaterali, fatte d’imperio, senza poter discutere su niente”. Belloni ha annunciato altre chiusure di Ambasciate, Consolati e Istituti di cultura: “Il ministero ha spiegato che si deve procedere con le chiusure perché non ci sono soldi. Alle obiezioni che ciascuno ha fatto, la signora del Mae non ha saputo rispondere. Credo che al ministero del CGIE non gliene freghi assolutamente niente. Così come al ministro Bonino non fra niente degli italiani all’estero. Credo che Emma Bonino sia il peggiore ministro degli Esteri degli ultimi tempi, non solo per ciò che riguarda gli italiani nel mondo, ma anche per l’Italia: basta pensare alla vicenda dei due marò in India, ormai completamente dimenticati”.
Bonino, racconta Sorriso al nostro quotidiano online, dal Comitato di presidenza del CGIE non si è nemmeno fatta vedere, “non ha nemmeno mandato un saluto. Dal ministero non danno risposte, la Farnesina fa quello che vuole, ci propina queste chiusure mantenendo tutti i privilegi propri della casta diplomatica e non dà spiegazioni quando noi proponiamo alternative ai tagli”. Nel dettaglio, “per ciò che riguarda il consolato di Newark, per esempio, abbiamo chiesto di risparmiare sull’affitto, sugli stipendi agli impiegati che arrivano da Roma… niente, loro chiudono e basta. Così non solo si affossa Newark, ma si mette il Consolato generale di New York in condizioni molto difficili, New York scoppierà di lavoro”. Per Sorriso quelle della Farnesina sono “scelte assurde e anti-economiche”.
Cosa può fare il mondo dell’emigrazione per difendersi da questi attacchi? “Da questo governo non ci aspettiamo nulla di buono. Da parte nostra, sul territorio chiederemo agli italiani di boicottare i viaggi in Italia. Vediamo se così si riesce a capire che gli italiani nel mondo sono davvero una grande risorsa economica per il Paese, che se dovesse venire a mancare…”.
Insomma, un momento difficilissimo per le comunità italiane oltre confine, fra tagli e proposte di abolizione della circoscrizione estero: “Io dico che c’è da strappare il passaporto e buttarlo via. Non perché non ami l’Italia, attenzione: ma per come noi italiani nel mondo veniamo trattati dalla nostra madre patria… La Circoscrizione estero? Onestamente in sette anni i nostri eletti ci hanno portato a questa situazione, la verità è che il risultato è che siamo caduti dal settimo piano allo scantinato. Ora cercano di grattare il fondo del barile, ma ormai non resta niente”.
In questo clima, come guardare al futuro? “Mi auguro che a breve si torni al voto”, afferma Sorriso, “almeno così non ci sarà tempo per abolire la circoscrizione estero, e potremo cercare di cambiarla classe politica, cambiare la rappresentanza parlamentare degli italiani nel mondo. Se invece passeranno uno o due anni, sicuramente si porterà a compimento quella che è una vera e propria decapitazione di tutto quello che è il nostro mondo. Non c’è più speranza per noi se questa legislatura dura. Personalmente mi auguro che se ne vadano tutti a casa per cercare nella prossima legislatura esponenti di governo più sensibili a quello che è l’universo dell’emigrazione. Questo governo di certo non ci porterà a nulla”.
Sorriso è anche coordinatore del Movimento Associativo Italiani all’Estero negli Stati Uniti. Di recente, proprio attraverso una video intervista rilasciata a ItaliaChiamaItalia, il presidente del MAIE, Ricardo Merlo, ha rivolto un appello a tutti gli eletti all’estero, ma anche ai parlamentari nazionali potenzialmente interessati: formiamo un gruppo in Parlamento per gli italiani nel mondo. Ad oggi, nessuno di loro ha risposto: “Non rispondono perché molti di questi sono stati uomini di partito già prima di entrare in Parlamento. Altri, invece, che potrebbero essere considerati spiriti indipendenti, sono incapaci, si interessano alla propria poltrona e basta. A loro non interessa nulla di CGIE, Comites, Associazioni… Partecipano agli incontri, leggono il pistolotto che qualcuno ha preparato per loro, e sono soddisfatti. Il povero Merlo grida nel deserto. Fra l’altro – ragiona Sorriso – a lui nemmeno converrebbe una cosa del genere, perché lui è comunque capo di un partito in Parlamento. Ma Merlo ha una coscienza e pensa a come poter contare di più a Roma, per rispondere alle richieste degli italiani nel mondo. Ma i suoi colleghi eletti all’estero mi sembrano molto presi da questioni di partito, Merlo non ha speranza in questa legislatura con questi personaggi”.
Cosa ci resta, allora, Augusto? “C’è da venire a Roma e fare il turista, o forse rimandere a casa e non prendersi tutta sta bile che personalmente, considerato il mio carattere, mi prendo. Purtroppo in Italia la nostra rappresentanza è quella che è. E’ la democrazia? Va bene, ma allora la colpa è anche degli italiani che votano questi personaggi. Quando sento Carozza, segretario generale del CGIE, uomo di partito, di quel partito che oggi esprime il capo del governo, dire che gli cadono le braccia di fronte al disinteresse di questo governo verso i connazionali, allora vuol dire che siamo proprio alla fine”.
Sorriso ci spiega che durante il Comitato di presidenza CGIE ha parlato anche del caso Giacchetta, ovvero la truffa ai danni di centinaia di connazionali residenti in Svizzera da parte del funzionario Inca/Cgil. Lo ha fatto con il sostegno di altri due consiglieri, anche loro esponenti del MAIE, Gian Luigi Ferretti e Riccardo Pinna. Ma la risposta alle loro richieste, da parte del segretario generale, è stata secca: “Non ne vogliamo nemmeno parlare”. Così Sorriso si è riproposto di affrontare il tema nella Plenaria di fine novembre: “ma visto che in quella occasione verranno trattati temi di grande importanza, senza nulla togliere al caso Giacchetta, e visto che il CGIE è composto per la maggior parte da esponenti di sindacati e patronati, mi sembra a questo punto quasi una perdita di tempo… Al Comitato di presidenza chiedevamo solo una dichiarazione di condanna. E chiedevamo controlli più precisi da parte di patronati e sindacati. Insomma, andava puntualizzata la responsabilità oggettiva. Invece, niente. Chiusura totale. In dieci minuti ci hanno zittiti”.
































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