Egr. Sen. Mario Monti,
maggiore è il potere di un individuo, maggiori sono le sue responsabilità nei confronti della società al fine di attuare il bene comune. Vista la sua visione moderata e cristiana vorrei ricordare che nell’aprile prossimo saranno passati 50 anni dall’Enciclica di Papa Giovanni XXIII “Pacem in Terris” (11/04/63). Al suo interno vi sono sicuramente racchiuse le regole per vivere in pace e prosperità.
Un documento straordinario uscito in un momento di crisi economica e diede importanti indicazioni morali ed operative per il suo superamento. Se fossero stati sempre seguiti questi insegnamenti oggi vivremmo sicuramente in un mondo migliore.
Vista la battaglia politica in atto e la confusione che regna su alcune importanti tematiche, come quelle che appartengono al potere finanziario e politico, forse sarebbe bene rinfrescare la memoria. Un importante passaggio lo troviamo nel cap. II al punto 39, che cita testualmente: “ È perciò indispensabile che i poteri pubblici si adoperino perché allo sviluppo economico si adegui il progresso sociale; e quindi perché siano sviluppati, in proporzione dell’efficienza dei sistemi produttivi, i servizi essenziali, quali: la viabilità, i trasporti, le comunicazioni, l’acqua potabile, l’abitazione, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, condizioni idonee per la vita religiosa, i mezzi ricreativi. E devono anche provvedere a che si dia vita a sistemi assicurativi in maniera che, al verificarsi di eventi negativi o di eventi che comportino maggiori responsabilità familiari, ad ogni essere umano non vengano meno i mezzi necessari ad un tenore di vita dignitoso; come pure affinché a quanti sono in grado di lavorare sia offerta una occupazione rispondente alle loro capacità; la rimunerazione del lavoro sia determinata secondo criteri di giustizia e di equità; ai lavoratori, nei complessi produttivi, sia acconsentito svolgere le proprie attività in attitudine di responsabilità; sia facilitata la istituzione dei corpi intermedi che rendono più articolata e più feconda la vita sociale; sia resa accessibile a tutti, nei modi e gradi opportuni, la partecipazione ai beni della cultura”.
Come al punto 40 troviamo: “Si deve quindi evitare che, attraverso la preferenza data alla tutela dei diritti di alcuni individui o gruppi sociali, si creino posizioni di privilegio”, e soprattutto nel Cap. al III punto 56, secondo paragrafo, dice: “Qui crediamo opportuno di osservare che, ogniqualvolta è possibile, pare che debba essere il capitale a cercare il lavoro e non viceversa”.
Alcuni giorni fa scrissi che sono tutti tanto accaniti contro di Lei che comincia a diventarmi simpatico. Se si dovesse dire veramente del perché, il "Monti tecnico", abbia dovuto mettere tante tasse, ce ne sarebbe per tutti i partiti. Ora bisogna vedere quali siano le reali proposte di "Monti politico".
Purtroppo vi è un punto che assolutamente non condivido nella sua Agenda, quando dichiara di voler “intensificare l’apertura dei mercati continuando con le liberalizzazioni”. Libertà economica non è necessariamente sinonimo di maggiore prosperità del bene comune, la storia ha già dimostrato il contrario. Persino in termini non economici come nell’idea del liberalismo istituzionale espressa da Wilson ne troviamo conferma: “possiamo rappresentare il sistema internazionale come una jungla di animali feroci, non possiamo sperare di cambiarli, ma possiamo creare istituzioni che possiamo fermare la loro ferocia”. Organismi come l’ONU la NATO nascono proprio per arginare il liberalismo istituzionale, così dovrebbe fare anche l’Unione Europea nei confronti di una certa finanza.
Auspico che il prossimo governo, qualunque sia, non voglia essere di Salvezza Nazionale, bensì innanzitutto di un morale Riscatto Nazionale.
Giordano Gardelli, candidato MAIE alla Camera dei Deputati nella ripartizione estera Europa
































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