Fortapàsc (Fort Apache) è un bel film di Marco Risi, uscito nel 2009, che racconta la storia di Giancarlo Siani, giornalista napoletano del “Mattino” che denunciò i legami tra i clan della camorra e il potere politico e per questo motivo venne ucciso sotto casa la sera del 25 settembre 1985. Aveva appena compiuto 26 anni.
ItaliaChiamaItalia denuncia da sempre i brogli elettorali che inquinano il voto dei connazionali all’estero e quella commistione tra patronati e potere politico che ha dato vita a scenari degni da film western. Pacchi di schede abbandonate negli aeroporti, compravendita di voti, migliaia di schede con la medesima calligrafia. I brogli sono diventati la norma, l’illegalità ha preso il sopravvento sulla legge come nei territori occupati dalla mafia e dalla camorra.
I partiti anziché ribellarsi hanno fatto di necessità virtù: i potenziali candidati di “opinione” sono stati sacrificati per far spazio a chi, avendo solidi legami con i patronati, può garantire voti certi (e magari il finanziamento della campagna elettorale grazie all’opacità e alla mancanza di trasparenza contabile di questi enti foraggiati col denaro dei contribuenti italiani).
Come a Scampia e a Casal di Principe i “baroni” del consenso truccato hanno occupato i partiti compiacenti, sicuri dell’impunità e certi di spiccare il volo per Roma, anche se si ignora quali siano i loro programmi.
Sappiamo che ci chiederanno il voto in nome di quell’italianità che loro per primi hanno calpestato tradendo il messaggio di Mirko Tremaglia che di certo non voleva vedere la sua amata circoscrizione estera trasformata in un’appendice del malaffare dove la pioggia si trasforma subito in fango.
Nei giorni scorsi abbiamo rivolto un appello ai leader delle coalizioni che si presentano in Europa chiedendo loro di impegnarsi solennemente affinché sia rispettata la legalità ed abbiamo chiesto loro di siglare un patto con gli elettori: massima vigilanza contro i brogli e denuncia di tutte le schede con identica calligrafia. Ricordammo il precedente del 2008 quando un centinaio di schede vennero annullate e segnalate all’autorità giudiziaria perché recanti la medesima calligrafia (si trattava di un candidato dell’Udc).
Aldo di Biagio e Gianluigi Ferretti non si sono sottratti alle nostre domande ed hanno risposto. Di Biagio in maniera più prudente, Ferretti in maniera più convinta.
Tra l’altro Ferretti ha denunciato lo scandalo delle lettere inviate dall’Inps in cui si invitano i pensionati a recarsi, in periodo elettorale, presso i patronati, pena la sospensione della pensione.
La “pasionaria” de noantri Laura Garavini si è ben guardata dal risponderci. Sta facendo il tour dell’Europa come una turista: si fa fotografare ovunque, sparla di legalità e di lotta alla mafia, si fa paladina delle pari opportunità, ma tace sullo scandalo Giacchetta e non dice una parola sul rischio che i patronati inquinino il voto. La solita doppiezza comunista!
Guglielmo Picchi? In tutt’altre faccende affaccendato. Inutile pensare che da lui possa venire una presa di posizione forte contro le centrali del malaffare istituzionale: non ha abbastanza coraggio.
Nel frattempo un lettore, Luigi Sciortino, esponente del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’estero) negli Stati Uniti, ci informa che le ACLI di Chicago hanno già mandato i volantini del candidato del PD al Senato Renato Turano. Sciortino giudica curioso il modo in cui i patronati spendono i soldi dei contribuenti e si è subito recato a denunciare l’episodio.
Noi di ItaliaChiamaItalia continueremo la nostra battaglia per la legalità e per un voto pulito. Continueremo le nostre denunce fino al momento del voto ed invitiamo tutti i lettori a prendere contatto con la nostra redazione per denunciare brogli ed anomalie.
































Discussione su questo articolo