"Il messaggio di quanto sta accadendo nel Mediterraneo" e’ che non si tratta "di una normale situazione come quelle vissute in tutti questi anni", ma "e’ figlia della constatazione del fallimento delle primavere arabe, di quelle rivoluzioni che dovevano stabilizzare e che invece sono oggi destabilizzanti e portano instabilita’ del Mediterraneo". Lo dice il premier Enrico Letta a Malta in conferenza stampa. Vale a dire, aggiunge, "l’opposto di quello che due anni fa speravano quando abbiamo salutato l’inizio di una nuova di pace e sviluppo". Ma sia chiaro che "quanto sta accadendo non e’ limitabile con l’arrivo del maltempo". Chi pensa ‘ora arriva l’inverno e si ferma tutto’", sbaglia, "non e’ cosi’. Quando si scappa dal fallimento di uno stato", che tortura e arresta, "non e’ il maltempo che condiziona e ferma queste tragedie".
Sull’immigrazione ora dall’Europa servono "fatti concreti", afferma il premier, indicando nei consigli europei di dicembre e giugno i due summit decisivi per adottare tali misure. Per il presidente del Consiglio, le priorita’ sono l’implementazione e il rafforzamento di decisione gia’ prese (Eurosur e Frontex) e, soprattutto, un’iniziativa forte dell’Ue verso i Paesi terzi, a cominciare dalla Libia.
"Il Mediterraneo non e’, e non puo’ essere, un mare di morte. Il Mediterraneo e’ un mare di vita e di scambi. Ecco perche’ la nostra battaglia in Europa sara’ cosi’ forte. Non possiamo limitarci ad avere parole in cambio di nostri impegni".
































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