"Su quella barca, al posto di quei disperati, ci potevo essere io. E una tragedia immane, un dolore terribile che mi paralizza". Cécile Kyenge perde il suo abituale tono fermo. Il ministro dell’Integrazione, intervistata da Repubblica, parla con voce commossa, perché "quei morti ce li abbiamo tutti sulla coscienza". Le cose ora devono cambiare: "Per un ministro il dolore deve trasformarsi in azione. Basta vittime. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso: bisogna rivedere tutte le nostre norme sull’immigrazione e serve una legge sui richiedenti asilo".
"Il Consiglio d’Europa ha appena giudicato sbagliate le nostre politiche sui flussi migratori. La legge deve cercare di rispondere a questo grande fenomeno naturale. Per questo bisogna rivedere le norme sull’immigrazione, a partire dalla legge Bossi-Fini, coinvolgendo tutti i ministri interessati. Dobbiamo anche contrastare le organizzazioni criminali che fanno la tratta delle persone. Poi bisogna rivolgersi all’Europa".
Secondo la Kyenge è necessario "affrontare il fenomeno migratorio con un’altra ottica, diversa da quella dell’inizio degli anni ’90. I tempi sono cambiati, il fenomeno dell’immigrazione non è più transitorio, è sempre più stabile e strutturato. Parliamo di profughi, persone che fuggono da una situazione di miseria, conflitti, guerre, e hanno diritto a una protezione. Per questo serve anche una legge sui richiedenti asilo".
































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