Detenuti, in attesa di essere interrogati e per il momento senza poter scegliere i propri avvocati. I 30 attivisti di Greenpeace, tra i quali il napoletano Cristian D’Alessandro, fermati ieri dalle autorita’ russe per aver tentato di salire su una piattaforma petrolifera di Gazprom nell’Artico, si trovano in custodia cautelare in "centri di detenzione provvisoria" nei pressi di Murmansk, nell’estremo nord russo. E anche se Vladimir Putin ha precisato che non sono "pirati" li ha comunque accusati di aver "violato la legge internazionale" poiche’ hanno "tentato di impadronirsi della piattaforma".
"I nostri attivisti chiaramente non sono pirati" ha replicato l’organizzazione ecologista in una nota, dicendosi felice che il presidente russo lo abbia riconosciuto, ma non ha risparmiato critiche alle azioni della sicurezza contro due membri di Greenpeace.
Le autorita’ russe hanno diffuso un video, ha denunciato ancora Greenpeace, in cui si vede chiaramente come agenti armati "continuano a tirare la corda" con cui un’attivista finlandese e’ assicurata alla struttura e che mostra "anche i colpi sparati in acqua dalle forze dell’ordine russe, nonostante un ecologista sul gommone alzi le mani per mostrare che l’azione e’ pacifica". L’organizzazione smentisce le guardie di frontiera, che hanno affermato di non sapere che l’azione di protesta fosse portata avanti da Greenpeace. "La fiancata della nostra nave ha ben visibili su entrambi i lati due grandi arcobaleni, due colombe della pace e i luoghi di Greenpeace. Ci hanno seguito per 24 ore prima che la protesta iniziasse", si legge nella nota. Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace ha spiegato che "i nostri climber hanno tentato di arrampicarsi sulla piattaforma petrolifera per attirare l’attenzione sulla minaccia delle trivellazioni nell’Artico e sul bisogno urgente di affrontare la minaccia dei cambiamenti climatici. E’ stata una protesta pacifica contro Gazprom, che ambiva a diventare la prima compagnia a estrarre petrolio dall’Artico". Resta il fatto che "i 30 membri dell’equipaggio della nave Arctic Sunrise sono stati posti in detenzione in qualita’ di sospetti", come afferma il Comitato d’inchiesta russo, organismo responsabile delle indagini per reati penali. E gia’ sono arrivate le prime reazioni internazionali. "Le autorita’ russe devono garantire agli attivisti di Greenpeace la possibilita’ di nominare un avvocato di loro scelta", ha chiesto attraverso un messaggio postato su Twitter il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, reagendo alle voci che circolano sull’impossibilita’ per gli arrestati di scegliere come loro legali quelli inviati dall’Ong. Ieri, fonti diplomatiche avevano detto che entro 48 ore sarebbe stata chiarita la posizione di ciascun attivista e sarebbe stato deciso sul rilascio dei fermati.
Discussione su questo articolo