Il Senato ha votato la fiducia al governo Letta: favorevoli 235, contrari 70, astenuti 0. Ora il premier si recherà alla Camera, per incassare la fiducia anche a Montecitorio.
Intanto la decisione di Silvio Berlusconi di votare si’ alla fiducia al governo Letta spiazza tutti a partire dai dissidenti, gia’ pronti ad ufficializzare la rottura dal partito in contrasto con l’indicazione dell’ex capo del governo di votare contro. Raccontano che il Cavaliere abbia incontrato i suoi fedelissimi dopo la riunione con i senatori che hanno iniziato un pressing per convincerlo in extremis a cambiare idea. Non ultimo lo stesso Angelino Alfano che si e’ alzato dai banchi del governo per andare a parlare con il Cavaliere.
La marcia indietro dell’ex premier farebbe rientrare la decisione di creare gruppi autonomi. Ed in molti non esitano ad esserne convinti a partire da un big come Maurizio Sacconi (tra i firmatari della risoluzione pro governo). "Non abbiamo mai voluto lavorare alla nascita di una nuova maggioranza" mette in chiaro il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi in linea con Nunzia De Girolamo che aggiunge: "Non si e’ mai parlato di nessun gruppo".
La situazione pero’ e’ tutt’altro che risolta tanto che Roberto Formigoni rimane cauto: "resto fermo sulla mia proposta – dice – stasera ne parleremo". Cosi’ anche Giuseppe Castiglione, uno dei primi a dichiarare di voler sostenere Letta: "dopo il voto di Camera e Senato faremo ne parleremo". Tranchant Quagliariello: "Quello che e’ successo – aggiunge – e’ la fotografia della situazione attuale e cioe’: c’e’ un punto di riferimento comune che e’ Berlusconi, ma ci sono due classi dirigenti incompatibili". Ovviamente tutti aspettano che sia Alfano a dire una parola chiara sul da farsi.
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