Non solo i senzatetto e i clochard. Immigrati, precari, ma anche studenti, pensionati, lavoratori poveri, che rinunciano all’acqua calda in casa per risparmiare, fanno la fila piu’ volte a settimana nei bagni municipali di Parigi per lavarsi. Questa estate, con il caldo e la crisi, sono sempre di piu’. A Parigi almeno un milione di persone (l’80% sono uomini) ricorre alle docce pubbliche. La capitale ne conta 17. Ce ne sono in centro e nei quartieri piu’ ricchi, ma la maggior parte si concentra nei quartieri popolari del centro est.
A due passi dalla fermata Buzenval della metropolitana, nel XX arrondissement, un palazzo dalla facciata in ceramica con la scritta ”Bains-Douches” ospita una cinquantina di cabine-doccia su due piani, piccole ma pulite. Tutte le pareti sono rivestite di mattonelle bianche. Aperte cinque giorni e mezzo a settimana le docce della rue des Haies sono tra le piu’ frequentate della capitale. Costruite nel 1927, sono diventate patrimonio storico della citta’. ”Mi vergogno e non so come fare per uscire da questa situazione”, dice Oumar, 20 anni. A Liberation il giovane racconta di aver fuggito il Mali in guerra, passando per l’Italia. Con altri 80 migranti abita in un appartamento insalubre della banlieue ”senza acqua e senza elettricita”’.
C’e’ anche la vicenda di Henri, 48 anni, lavoratore povero di Vitry, nella periferia sud-est di Parigi, che non ha l’acqua calda a casa ”perche’ e’ troppo cara”. Tre volte a settimana prende lo zainetto con shampoo, doccia schiuma e rasoio (i prodotti per l’igiene personale non sono forniti) per raggiungere le docce della rue Lacepede, in pieno centro, a due passi dal quartiere delle universita’ e della turistica rue Mouffetard.
C’e’ la storia di Danana, 36 anni, che e’ arrivato da Lione con un contratto di lavoro a tempo e che non e’ riuscito ad ottenere un tetto in affitto. Per il momento vive nella sua automobile. Con la crisi il via vai nelle docce pubbliche parigine si fa sempre piu’ intenso. Tanto che la citta’ sta per aprirne di nuove nel quartiere chic dell’Opera. E pensare invece che i ”bains-douches”, diffusi alla fine dell’800, sembravano destinati a scomparire negli anni 80: all’epoca, con l’affluenza in calo, chiudevano una dopo l’altro. Per una doccia calda di una ventina di minuti bisognava ancora sborsare 7,50 dei vecchi franchi (neanche due euro di oggi). Le cose pero’ sono cambiate a partire dal 2000, quando le strade di Parigi si sono riempite di poveri e senza tetto: il primo marzo l’accesso ai bains-douches e’ diventato gratuito.
































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