Il Governo fermi il processo di vendita delle aziende Finmeccanica e lasci al prossimo Governo politico le decisioni strategiche sul futuro industriale dell’ Italia: lo ha chiesto oggi la Liguria, che dalle istituzioni ai sindacati si e’ mobilitata per stringersi intorno ai lavoratori di Ansaldo Energia e Ansaldo Sts e dire no alla vendita ‘di due aziende sane, che producono utili, assumono persone e ricevono commesse da tutto il mondo’.
Per dare forza a questa linea, il Consiglio regionale e il Consiglio comunale di Genova si sono riuniti in una seduta straordinaria congiunta alla quale hanno partecipato i lavoratori, sfilati poco prima in corteo, il sindaco di Genova, Marco Doria, il presidente della Regione, Claudio Burlando, il presidente di Confindustria Genova Giovanni Calvini, il presidente della Camera di Commercio, Paolo Odone. Tutti uniti per dire al Governo ‘che su una vicenda strategica per il futuro del Paese finora e’ stato il grande assente’ hanno sottolineato Doria e Burlando.
Con i sindacati, che hanno applaudito per l’iniziativa, e’ stata espressa la preoccupazione per il futuro delle due aziende. Se saranno cedute, come prevede il piano di Finmeccanica, e soprattutto se finiranno in mani straniere, rischiano di chiudere. Burlando e’ andato oltre: ‘la dirigenza di Finmeccanica non e’ in grado di gestire questa delicata operazione da cui dipende il futuro industriale del Paese, e’ meglio cambiare’. ‘Nel mondo cresce la richiesta di energia e di trasporti – ha detto -, l’Italia non puo’ vendere le aziende che in quei settori sono le migliori’. Il presidente ligure ha quindi chiesto al Governo ‘di fare subito un atto’ per congelare le vendite e ‘passare la palla’ al prossimo Governo.
Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno evidenziato ‘in modo unitario il no alla dismissione degli asset civili per privilegiare gli asset militari, una decisione senza un piano industriale, studiata solo per rimpinguare i debiti della holding’. ‘Parliamo di due asset strategici per il sistema Italia – hanno detto -, non sono aziende che hanno debiti, non sono aziende che licenziano. Negli ultimi 6 anni a Genova hanno assunto oltre 1.500 giovani’. Hanno applaudito anche i lavoratori, ma qualcuno ha urlato: ‘basta parole, vogliamo i fatti. Fatelo sapere bene ai partiti che sostengono il Governo Monti’.
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