Enzo Amendola e Simona Bonafè, capigruppo del Pd nelle Commissioni Esteri e Affari costituzionali della Camera, in una nota puntano il dito contro la riforma della Farnesina, così come voluta dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Secondo gli esponenti dem “quella proposta dal Ministro Tajani è una riorganizzazione profonda e radicale del Meaci, che solleva interrogativi di sostanza.
Anche il Consiglio di Stato ha espresso gravi perplessità, chiedendo il coinvolgimento formale dei Ministeri della Pubblica Amministrazione e dell’Economia prima dell’approvazione definitiva dello schema di regolamento.
Domani, in occasione dell’audizione alla Camera del Segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, verificheremo quali effetti concreti questa riforma potrebbe avere sulla funzionalità della nostra rete diplomatica e sulla coerenza dell’azione estera dell’Italia.

Preoccupano, in particolare, l’assenza di strumenti di monitoraggio periodico, il rischio di frammentazione dell’azione all’estero, e la possibile sovrapposizione di competenze, a partire dalla nuova Direzione per la cybersicurezza, la cui istituzione rischia di entrare in conflitto con le competenze già attribuite alla Presidenza del Consiglio e alla specifica agenzia nazionale.
È inoltre incomprensibile e grave la scomparsa della Direzione per la diplomazia culturale, proprio in un momento storico in cui la promozione del nostro patrimonio culturale all’estero è più che mai centrale nella proiezione internazionale dell’Italia.
È spiacevole constatare che, a fronte della richiesta di audizioni rivolta a tutti i soggetti coinvolti — MAECI, Presidenza del Consiglio, Consiglio di Stato e Ministero della Funzione Pubblica — solo il Ministero degli Esteri abbia accettato di intervenire.
Una scelta che lascia intendere una mancanza di trasparenza e confronto su un tema che riguarda direttamente la rappresentanza e la credibilità del sistema-Paese nel mondo”, concludono gli esponenti Pd.































